«Te,
Joseph, celebrent»
Inno
attribuito a Gersone (+ 1429) grande apostolo della direzione a S. Giuseppe – a Clemente
X che l’inserì nel breviario – al Card. Bona – è quasi certamente del
P. Giovanni della Concezione carmelitano spagnolo (1665). Per interessamento di Suor
Chiara (Vittoria Colonna), Carmelitana, fu introdotto nel Breviario (1671). Analisi:
Sposalizio (Str. 1) – rivelazione del mistero dell’Incarnazione (Str. 2) – Natale,
Fuga, Smarrimento (Str. 3) – Gioie di Nazareth (Str. 4). Metro: Str. Asclepiadea.
Te,
Joseph, celebrent agmina cælitum
Te cuncti résonent christíadum chori
Qui clarus meritis junctus et inclytæ
Casto fúdere Virgini.
Almo cum tumidam germine conjugem
Admirans, dubio tangeris anxius
Afflatu superi flaminis angelus
Conceptum puerum docet.
Tu natum Dominum stringis, ad exteras
Aegypti profugum tu séqueris plagas;
Amissum Solymis quæris, et invenis,
Miscens gaudia fletibus.
Post mortem reliquos sors pia consecrat,
Palmanque emeritos gloria suscipit:
Tu vivens, superis par, frùeris Deo
Mira sorte beatior.
Nobis, summa Trias, parce precantibus
Da Joseph meritis sidera scandere:
Ut tandem liceat, nos tibi perpetim
Gratum pròmere canticum. Amen.
TRADUZIONE
1. Te, o Giuseppe,
ladino le celesti schiere, tutti i cori del fedeli inneggino a te che, illustre per
meriti, sei unito con caste nozze all’inclita Vergine.
2. Quando scorgi
la sposa feconda di germe divino, sei oppresso da doloroso dubbio, ma ecco che l’Angelo
ti svela che il fanciullo è concepito di Spirito Santo.
3. Il nato Signore
stringi al seno, ma profugo lo segui (porti) nelle straniere regioni dell’ Egitto.
Lo cerchi smarrito in Gerusalemme, ma (ben presto) lo ritrovi, alternando la gioia
al pianto.
4. Una santa morte
beatifica gli altri santi e la gloria accoglie chi meritò la palma (vittoria),
tu, invece, più beato, ancor vivente al par dei Santi godi di Dio per meravigliosa
sorte.
5. O Augusta Trinità,
a noi supplici perdona e, per i meriti di Giuseppe, concedici di salire alle stelle
(cielo), affinché ci sia finalmente concesso di scioglierti per tutti i secoli
un degno inno (di riconoscenza).