Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
TRATTATO PRIMO. Della stima, e desiderio, e affezione, che dobbiamo avere a quel, che concerne il nostro profitto spirituale, e d’alcune cose, che a quest’effetto ci aiuteranno.
CAPO II. Del desiderio ed affezione che dobbiamo avere alla virtù e alla perfezione.
1. Dobbiamo aver fame e sete della virtù.
2. Ciò è misura del nostro profitto.
3. Sostegno del nostro fervore.
4. Facilita la vita religiosa.
5. Supplisce la vigilanza dei Superiori.
6. Rende facile ogni cosa.
1. «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia; perché saranno satollati»: dice Gesù nel Santo Vangelo (Matth. 5, 6). Giustizia, sebbene è nome particolare d’una delle quattro virtù cardinali, distinta dalle altre, è nondimeno anche nome comune d’ogni virtù e santità. La buona e virtuosa vita chiamiamo giustizia, e l’uomo santo e virtuoso diciamo che è giusto. «La giustizia degli uomini dabbene li salverà», dice il Savio (Prov 11, 6); cioè la loro santa vita li libererà. E in questo senso si piglia in molti luoghi della Scrittura. «Se la vostra giustizia non sarà più abbondante di quella degli Scribi e Farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Matth. 5, 20) dice Cristo nostro Redentore, che è quanto dire la vostra virtù, la vostra religione, la vostra santità. E nello stesso modo s’intende quel che disse il medesimo Cristo a S. Giovanni Battista, quando ricusava di battezzarlo: «Così conviene a noi d’adempire ogni giustizia» (Ibid. 3, 15); ossia, così ci conviene per dare esempio di ubbidienza, di umiltà e di ogni perfezione. In questo modo si prende ancora il nome di giustizia nelle parole presenti, colle quali intende Cristo nostro Redentore di dirci: Beati quelli.che sono tanto desiderosi ed affezionati alla virtù e alla perfezione, che hanno fame e sete di essa; perché essi rimarranno sazi, essi l’acquisteranno. E questa è una delle otto beatitudini che c’insegnò e predicò egli stesso in quel suo sublime sermone del monte. S. Girolamo sopra queste parole dice: «Non basta qualsivoglia desiderio della virtù e della perfezione; ma è necessario che di essa abbiamo fame e sete» (S. HIERON. in S. Matth. l. c); sicché possiamo dire col Profeta: «Come il cervo desidera le fontane di acqua, così te desidera, o Dio, l’anima mia» (Ps. 41, 1).
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