L’esame di coscienza particolare
Esercizio di perfezione e di cristiane virtù
composto dal padre Alfonso Rodriguez S.J.
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TRATTATO VII. DELL'ESAME DELLA COSCIENZA
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CAPO II. Circa quali cose si ha da fare l'esame particolare.
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1. Esame generale e particolare.
2. Materia dell'esame particolare.
3. Vantaggi se fatto sopra la passione predominante.
4. Esempio del re Acabbo.
5. Consigliarsi col Padre Spirituale
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1. Due esami usiamo nella Compagnia, uno particolare e l'altro generale. Il particolare si fa sopra una cosa sola, e perciò si chiama particolare: il generale si fa sopra tutti i mancamenti ed errori che abbiamo commessi tra giorno, con pensieri parole e opere; e per questo si chiama generale, perché abbraccia ogni cosa. Tratteremo in primo luogo dell'esame particolare; e indi diremo poi brevemente del generale quello che vi sarà da aggiungere, atteso che in molte cose il medesimo si ha da fare nel generale e nel particolare: e così quello che si dirà del particolare servirà ancora pel generale.
2. Due cose spiegheremo circa questo esame particolare. La prima, sopra quali cose si ha da fare; la seconda, come si ha da fare. Quanto alla prima, acciocché sappiamo sopra quali cose abbiamo principalmente da tirar questo esame, si ha da notare bene una regola o avvertenza, che il nostro S. Padre mette nel libro degli Esercizi spirituali (Exerc. spirit. Reg. 14 ad motus nunt discern.) ed è altresì di S. Bonaventura (S. BONAV. Brevit. p. 3, c. 2). Dice che il demonio fa con noi come un capitano che vuol battere e prendere una città, o fortezza, il quale procura di riconoscere prima con ogni diligenza la parte più debole della muraglia, e verso quella drizza tutta l'artiglieria, ed ivi impiega tutti i suoi soldati, ancorché vi sia pericolo della vita per molti di essi; perché gettata a terra quella parte, entrerà e prenderà la città. Così procura il demonio di riconoscere in noi altri la parte più debole dell'anima nostra, affine di batterci e vincerci per quella. Or questo ci deve servire d'avviso, per premunirci e prepararci contro il nostro nemico, che abbiamo a considerare e riconoscere con attenzione la parte più debole dell'anima nostra e più manchevole di virtù; che è quella cosa alla quale più ci tira l'inclinazione naturale, o la passione, o la cattiva consuetudine, o il mal abito; e in questa parte abbiamo da invigilare con maggiore attenzione e a provvederci di maggior riparo. Questa tal cosa, dicono i Santi e i maestri della vita spirituale (S. DOROTH. Doctr.12, n. 5; S. BERN. Medit. c. 5), questa è quella che principalmente e con maggiore diligenza e sollecitudine dobbiamo procurare di sradicare da noi; perché di questo abbiamo maggiore necessità; e così a questo principalmente si deve applicare l'esame particolare.