Dall’adorazione riparatrice in Diocesi di Bologna, alla S. Messa di Imola:
dalla Regione dove Dio è più offeso i cattolici reagiscono.
La conferma del Magistero nell’enciclica Miserentissimus Redemptor . Un facile testo tra i libri scaricabili gratuitamente da www.totustuus.es: P. Rodolphe Plus, L’idea riparatrice.
Riparare con la preghiera le offese alla religione cattolica da parte di un gay pride si può.
O meglio, stando a quanto disposto dal vescovo della diocesi in provincia di Bologna, è necessario.
Il comunicato pubblicato sul sito diocesano non lascia spazio a dubbi né a interpretazioni accomodanti all’insegna del clerically correct.
Mentre sono ormai diversi i vescovi in Italia che, vuoi per quieto vivere, vuoi per paura dell’opinione pubblica censurano i comitati spontanei di fedeli che si riuniscono per riparare con la preghiera le offese a Dio e al culto cattolico che i gay pride ostentano con superbia e arroganza, a Imola accadrà proprio l’inverso.
Qui ad approvare la messa di riparazione celebrata da un sacerdote diocesano nella chiesa del Suffragio, è stato proprio il vescovo Tommaso Ghirelli. Questi, evidentemente incurante dei diktat che sono giunti nei giorni scorsi da Avvenire, che in un editoriale ha sostanzialmente condannato le preghiere di riparazione in quanto «rischiano di allontanare ancora di più i cattolici con orientamento omosessuale», ma profondamente addolorato per quanto accaduto sabato scorso in città, ha fatto il suo mestiere, che è quello di custodire il bene più prezioso della fede e ha dato il suo via libera alla messa non solo pubblicando l’annuncio sul sito diocesano, ma condannando anche con parole di fuoco le gravissime bestemmie che alcuni giorni prima hanno lordato la cittadina emiliana.
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