Durante
la persecuzione religiosa spagnola, ad opera dei comunisti, dal 1931 al 1939 la Comunità
del primo Monastero della Visitazione di Madrid (Spagna) ebbe molto a soffrire,
dovendosi disperdere più volte. Per disposizione dei Superiori, la Comunità
si rifugiò nella Navarra lasciando nel Monastero solo un piccolo gruppo di
Sorelle per evitare che lo incamerassero. Nel 1936 la Superiora affittò un
piccolo appartamento vicino al Monastero, affinché le poche Sorelle rimaste
vi si potessero rifugiare, quando le circostanze le avessero obbligate ad abbandonarlo;
raccomandò loro di “non separarsi mai”, nei limiti del possibile.
Rimaste
sole le sette Sorelle andarono davanti al Tabernacolo per chiedere a Dio il dono
della fortezza e rinnovarono il sacrificio della loro vita abbandonandosi alla divina
Volontà, sacrificio che si sarebbe consumato con il martirio.
Ai primi
di luglio furono costrette a trasferirsi nell’appartamento affittato dal Monastero.
All’inizio ebbero il conforto di poter ricevere alcuni Sacerdoti per la celebrazione
della S. Messa, ma in seguito, facendosi violenta la persecuzione, anche questo divenne
impossibile.
Dopo
alcuni giorni di dolorosa solitudine, usando del privilegio che la Chiesa concede
nei tempi di persecuzione, la sorella di una futura Martire portava loro l’Eucarestia.
Con quanto desiderio era attesa!
Qualcuno
le denunciò e incominciarono i controlli ed i saccheggi. Il portinaio dell’abitato
si offrì di metterle in salvo facendole uscire alla spicciolata, una ad una,
ma tutte dissero che preferivano rimanere unite ed erano disposte a morire
per Dio: “ll Signore ci fa capire che da un momento all’altro ci donerà
la palma del martirio. Che felicità!“
I miliziani
le minacciarono che il giorno successivo sarebbero andati a prenderle. Passarono
tutta la notte in preghiera per prepararsi nel modo migliore. Infatti il 18 novembre
si presentò una pattuglia della F.A.I. Uscirono molto serene con generoso
coraggio, dirigendosi verso l’autocarro; tutte fecero il segno della croce, testimoniando
così la loro fede in Dio davanti agli uomini. In quel momento si udi un clamore
e un grido: «Dovrebbero fucilarle qui sul posto, perché facendo il
segno della croce ci sfidano».
Quando
il camion arrivò in uno spiazzo, fecero scendere le sorelle fucilandole mentre
mettevano i piedi per terra.
Suor
Maria Cecilia, di 26 anni, sentendo gli spari e accorgendosi che Suor Maria Gabriella
si accasciava al suolo mentre la teneva per mano, si mise a fuggire istintivamente,
terrorizzata, ma subito si riprese e si consegnò di nuovo, dicendo: «Sono
una religiosa».
Incarcerata,
incoraggiava i compagni di prigionia a soffrire per Dio, edificandoli con
la sua pazienza e con la profonda e convinta adesione alla volontà di Dio.
Cinque
giorni dopo, il 23 novembre, veniva fucilata nel cimitero di Vallecas, dando la vita
per Cristo, al seguito delle sue Consorelle.
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