PIO XII
(1939-1958)
Radiomessaggio al Portogallo. La consacrazione della Chiesa e del genere umano
al Cuore Immacolato di Maria, del 31-10-1942
della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria, del 31 ottobre 1942
Venerabili
Fratelli e diletti Figli,
“Benedicite
Deum coeli, et coram omnibus viventibus confitemini ei, quia fecit vobiscum misericordiam
suam” (Tob. 12, 6).
“Benedite
il Dio del cielo e glorificatelo al cospetto di tutti i viventi, perchè Egli
ha usato con voi le sue misericordie”.
Più volte
in questo anno di grazia voi siete saliti in devoto pellegrinaggio alla montagna
santa di Fatima, e con voi avete recato i cuori di tutto il Portogallo credente per
deporre, in quella oasi balsamica di fede e di pietà, ai piedi della Vergine
patrona, il tributo filiale del vostro più puro amore, l’omaggio della vostra
riconoscenza per gli immensi benefici di recente ricevuti, la preghiera fiduciosa
perchè Ella si degni di continuare il suo patrocinio sulla vostra Patria,
di qua e di là dal mare, e di estenderlo alla grande tribolazione che affligge
il mondo.
Noi, che, come
Padre comune dei fedeli, facciamo Nostre le tristezze e le gioie dei Nostri figli,
con tutto l’affetto della Nostra anima Ci uniamo a voi per lodare e magnificare il
Signore, datore di ogni bene; per benedire e ringraziare Colei, per le cui mani la
munificenza divina ci comunica torrenti di grazie.
E tanto più
di buon grado lo facciamo in quanto voi, con filiale delicatezza, avete voluto associare
nelle medesime solennità eucaristiche e impetratorie il giubileo della Madonna
di Fatima e il venticinquesimo anniversario della Nostra Consacrazione Episcopale:
la SS.ma Vergine Maria e il Vicario di Cristo in terra, due devozioni così
care ai portoghesi e sempre unite nell’affetto del fedelissimo Portogallo, fin dagli
albori della sua vita nazionale, fin da quando le prime terre riconquistate, nucleo
della futura nazione, vennero consacrate alla Madre di Dio come Terra di Santa
Maria, e il regno, appena costituito, fu posto sotto l’egida di S. Pietro.
“Il primo
e più grande dovere dell’uomo è quello della gratitudine”
(S. Ambrosii De excessu fratris sui Sat. l. I, n. 44, Migne PL, t. 16, col.
1361). “Nulla è così accetto a Dio, come l’anima riconoscente,
che rende grazie per i benefici ricevuti” (cfr. S. Ioannis Chrys. Hom.
52 in Gen., Migne PG, t. 54, col. 460).
E voi avete un
gran debito verso la Vergine, Signora e Patrona della vostra Patria.
In un’ora tragica
di tenebre e di disorientamento allorchè la nave dello Stato portoghese, smarrita
la rotta delle sue più gloriose tradizioni, sperduta nella tormenta anticristiana
e antinazionale, sembrava correre verso inevitabile naufragio, inconscia dei pericoli
presenti e più ancora inconsapevole di quelli futuri – la cui gravità
del resto nessuna prudenza umana, per quanto accorta, poteva allora prevedere – il
Cielo, che vedeva gli uni e prevedeva gli altri, intervenne pietoso, e dalle tenebre
scaturì la luce, dal caos emerse l’ordine, la tempesta si mutò in bonaccia,
e il Portogallo potè trovare e riannodare il perduto filo delle sue più
belle tradizioni di Nazione fedelissima, per proseguire – come nei giorni in cui
“nella piccola casa Lusitana non mancavano cristiani ardimenti”
per “dilatare la legge della vita eterna” (Camões, Lusíadas,
canto VII, ottave 3 e 14) – nel suo cammino glorioso di popolo crociato e missionario.
Onore ai benemeriti,
che furono strumento della Provvidenza per così grande impresa!
Ma la prima gloria,
benedizione, e azione di grazie è dovuta alla Vergine Nostra Signora, Regina
e Madre della Terra di S. Maria, che Ella mille volte salvò, che sempre sorresse
nelle ore tragiche, – e in quest’ora, forse la più tragica, così manifestamente
ha fatto – sicchè già nel 1934 il Nostro Predecessore Pio XI di immortale
memoria, nella Lettera Apostolica Ex officiosis litteris, attestava “gli
straordinari benefici con cui la Vergine Madre di Dio si era degnata anche recentemente
di favorire la vostra Patria” (Acta Ap. Sedis, a. XXVI, 1934,
p. 628). E in quel momento non ancora si pensava al Voto del Maggio del 1936 contro
il pericolo rosso, tanto paurosamente vicino e tanto insperatamente scongiurato.
Non era peranco
attuata la meravigliosa pace di cui, nonostante tutto, il Portogallo al presente
gode, e la quale, nonostante i sacrifici che esige, è sempre immensamente
meno rovinosa della guerra di sterminio che va devastando il mondo.
Oggi in cui ai
tanti benefici si sono aggiunti anche questi, e l’atmosfera di miracolo che aleggia
sul Portogallo si espande in prodigi materiali e in più grandi e più
numerosi prodigi di grazie e di conversioni, e fiorisce in una primavera splendente
di vita cattolica che promette i migliori frutti, oggi con ben più ragione
dobbiamo confessare che la Madre di Dio vi ha ricolmati di favori veramente straordinari;
a voi perciò incombe il sacro dovere di renderle incessante riconoscenza.
E voi avete ringraziato
durante tutto questo anno, ben lo sappiamo.
Al Cielo devono
essere stati accetti gli omaggi ufficiali; ma lo avranno ancor più commosso
i sacrifici dei pargoletti, la preghiera e la penitenza sincera degli umili.
Al vostro attivo
sono scritte nel libro di Dio:
l’apoteosi della
Vergine Nostra Signora nel suo viaggio dal Santuario di Fatima alla Capitale dell’Impero,
durante le memorande giornate dall’8 al 12 dell’aprile scorso, forse la più
grande dimostrazione di fede nella storia otto volte secolare della vostra Patria;
il pellegrinaggio
nazionale del 13 maggio “giornata eroica del sacrificio” che, nonostante
il freddo, le pioggie e le distanze enormi percorse a piedi, raccolse in Fatima,
per pregare, ringraziare, riparare, centinaia di migliaia di devoti, tra i quali
eccelle, rigogliosa di bellezza, l’esempio della balda Gioventù Portoghese;
le adunanze infantili
della Crociata Eucaristica, nelle quali i fanciulli, così prediletti da Gesù,
con la fiducia filiale dell’innocenza, attestarono alla Madre di Dio di “aver
completamente ottemperato a quanto Ella aveva chiesto: preghiere, comunioni, sacrifici…
a migliaia!” e perciò supplicavano: “Nostra Signora di Fatima,
adesso e solo con Voi; dite al vostro divino Figlio una parola e il mondo sarà
salvo e il Portogallo preservato completamente dal flagello della guerra”;
la preziosa corona, di oro e di gemme preziose, e, più ancora, di purissimo
amore e di generosi sacrifici, che il 13 del corrente mese avete offerto nel Santuario
di Fatima alla vostra augusta Patrona, come simbolo e monumento perenne di eterna
gratitudine.
Queste e altre
bellissime dimostrazioni di pietà, di cui, sotto le zelanti direttive dell’Episcopato,
vi è stata tanta ricchezza in tutte le diocesi e parrocchie nel presente anno
giubilare, dimostrano bene quanto il fedele popolo portoghese, grato riconosca l’immenso
debito verso la celeste Regina e Madre, e come ad esso intenda di soddisfare.
La gratitudine
per il passato è pegno di fiducia per il futuro. “Dio esige da noi
che lo ringraziamo dei benefici ricevuti”, non perchè abbia bisogno
dei nostri ringraziamenti, ma “affinchè questi lo inducano a concederne
altresì dei maggiori” (cfr. S. Ioannis Chrys. Hom. 52 in Gen.,
Migne PG, t. 54, col. 460). Pertanto è giusto sperare che anche la Madre di
Dio, accettando il vostro ringraziamento, non lascerà incompleta la sua opera
e proseguirà ad accordarvi quell’indefettibile patrocinio sino ad ora elargitovi,
liberandovi da più gravi calamità.
Ma affinchè
la speranza non sia presunzione, è necessario che tutti, consci delle proprie
responsabilità, procurino di non rendersi indegni del singolare favore della
Vergine Madre, anzi da buoni figlioli, riconoscenti e affettuosi, meritino sempre
più la sua squisita tenerezza. Bisogna che, accogliendo il consiglio materno
che Ella dava alle nozze di Cana, noi facciamo tutto ciò che Gesù ci
dice (cfr. Io. 2, 5): ed Egli dice a tutti di far penitenza, poenitentiam
agite (Matth. 4, 17); di mutare vita e fuggire il peccato, causa principale
dei grandi castighi con cui la Giustizia dell’Eterno affligge il mondo; di essere,
in mezzo a questo mondo materialista e paganizzante, nel quale tutta la carne corruppe
le sue vie (Gen. 6, 12), il sale che preserva e la luce che illumina; di onorare
con impegno la purezza; di rispecchiare nei costumi l’austerità santa del
Vangelo, e coraggiosamente e ad ogni costo, come proclamava la Gioventù cattolica
a Fatima, “di vivere come cattolici sinceri e convinti al cento per cento!”.
E inoltre: pieni di Cristo, occorre diffondere intorno a sè, vicino e lontano,
l’odore di Cristo, e colla preghiera assidua, particolarmente con il Rosario quotidiano,
e con i sacrifizi che lo zelo generoso ispira, procurare alle anime peccatrici la
vita della grazia e la vita eterna.
Invocherete quindi
fiduciosamente il Signore ed Egli vi ascolterà; farete appello alla Madre
di Dio ed Ella vi risponderà: eccomi! (cfr. Is. 58, 9). Non vigilerà
perciò invano colui che difende la città, perchè il Signore
vigila con lui e la difenderà; e non sarà mal sicura la casa ricostruita
sulle fondamenta di un ordine nuovo, perchè il Signore la consoliderà
(cfr. Ps. 126, 1-2). Beato il popolo il cui Signore è Iddio,
e la cui Regina è la Madre di Dio. Essa intercederà e Dio benedirà
il suo popolo colla pace, compendio di tutti i beni: Dominus benedicet populo
suo in pace (Ps. 28, 11).
Ma voi non vi
disinteressate (chi può estraniarsene?) dell’immensa tragedia che travaglia
il mondo. Anzi quanto più segnalati sono i vantaggi di cui oggi rendete grazie
alla Madonna di Fatima, quanto più sicura è la fiducia che in Lei riponete
per l’avvenire, quanto più vicina a voi la sentite mentre Ella vi protegge
col suo manto di luce, tanto più tragica appare, nel confronto, la sorte di
tante nazioni sconvolte dalla più grande calamità che la storia ricordi.
Grandiosa manifestazione della divina Giustizia! Adoriamola tremando; ma non dubitiamo
però della divina Misericordia, poichè il Padre, che sta nei cieli,
non la dimentica neppure nei giorni della sua ira: Cum iratus fueris, misericordiae
recordaberis (Hab. 3, 2).
Oggi, al quarto
anno di guerra sorto più tetro col sinistro estendersi del conflitto, oggi
più che mai ci resta soltanto la fiducia in Dio e, come Mediatrice innanzi
al trono divino, Colei che un Nostro Predecessore, nel primo conflitto mondiale,
ordinò di invocare quale Regina della Pace.
Invochiamola ancora
una volta, chè solamente Ella può aiutarci! Maria, il cui Cuore materno
si commosse dinnanzi alle rovine che si accumulavano nella vostra Patria e
sì meravigliosamente la soccorse; Maria, che, mossa a pietà nella previsione
dell’attuale immensa sventura, con la quale la Giustizia di Dio castiga il mondo,
già anticipatamente indicava nell’orazione e nella penitenza la strada della
salvezza, Maria non ci negherà il suo materno affetto e l’efficacia della
sua protezione.
Regina del Santissimo
Rosario, ausilio dei cristiani, rifugio del genere umano, vincitrice di tutte le
battaglie di Dio! supplici ci prostriamo al vostro trono, sicuri di impetrare misericordia
e di ricevere grazie e opportuno ausilio nelle presenti calamità, non per
i nostri meriti, dei quali non presumiamo, ma unicamente per l’immensa bontà
del vostro materno Cuore.
A Voi, al vostro
Cuore Immacolato, Noi, quale Padre comune della grande famiglia cristiana, come Vicario
di Colui al quale fu concesso ogni potere in cielo e in terra (Matth. 28,
18), e dal quale ricevemmo la cura di quante anime redente col suo sangue popolano
l’universo mondo, – a Voi, al vostro Immacolato Cuore, in quest’ora tragica della
storia umana, affidiamo, rimettiamo, consacriamo non solo la Santa Chiesa, corpo
mistico del vostro Gesù, che soffre e sanguina in tante parti e in tanti modi
tribolata, ma anche tutto il mondo straziato da feroci discordie, riarso in un incendio
di odio, vittima delle proprie iniquità.
Vi commuovano
tante rovine materiali e morali; tanti dolori, tante angosce di padri e di madri,
di sposi, di fratelli, di bimbi innocenti; tante vite in fiore stroncate; tanti corpi
lacerati nell’orrenda carneficina; tante anime torturate e agonizzanti, tante in
pericolo di perdersi eternamente!
Voi, o Madre di
misericordia, impetrateci da Dio la pace! e anzitutto quelle grazie che possono in
un istante convertire i cuori umani, quelle grazie che preparano, conciliano, assicurano
la pace! Regina della pace, pregate per noi e date al mondo in guerra la pace che
i popoli sospirano, la pace nella verità, nella giustizia, nella carità
di Cristo. Dategli la pace delle armi e la pace delle anime, affinchè nella
tranquillità dell’ordine si dilati il Regno di Dio.
Accordate la vostra
protezione agli infedeli e a quanti giacciono ancora nelle ombre della morte; concedete
loro la pace e fate che sorga per essi il Sole della verità, e possano, insieme
a noi, innanzi all’unico Salvatore del mondo ripetere: Gloria a Dio nel più
alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà! (Luc.
2, 14).
Ai popoli separati
per l’errore o per la discordia, e segnatamente a coloro che professano per Voi singolare
devozione, e presso i quali non c’era casa ove non si tenesse in onore la vostra
veneranda icone (oggi forse occultata e riposta per giorni migliori), date la pace
e riconduceteli all’unico ovile di Cristo, sotto l’unico e vero Pastore.
Ottenete pace
e libertà completa alla Chiesa santa di Dio; arrestate il diluvio dilagante
di neopaganesimo, tutto materia; fomentate nei fedeli l’amore alla purezza, la pratica
della vita cristiana e lo zelo apostolico, affinchè il popolo di quelli che
servono Dio aumenti in meriti e in numero.
Finalmente, siccome
al Cuore del vostro Gesù furono consacrati la Chiesa e tutto il genere umano,
perchè, riponendo in Lui ogni speranza, Egli fosse per loro segno e pegno
di vittoria e salvezza (cfr. Litt. Enc. Annum Sacrum: Acta Leonis XIII,
vol. 19, p. 79), così parimenti da oggi siano essi in perpetuo consacrati
anche a Voi e al vostro Cuore Immacolato, o Madre nostra e Regina del mondo: affinchè
il vostro amore e patrocinio affrettino il trionfo del Regno di Dio, e tutte le genti,
pacificate tra loro e con Dio, Vi proclamino beata, e con Voi intonino, da un’estremità
all’altra della terra, l’eterno Magnificat di gloria, amore, riconoscenza
al Cuore di Gesù, nel quale solo possono trovare la Verità, la Vita
e la Pace.
in Discorsi
e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, vol. IV, pp. 253- 262; trad. it.,
in Atti e discorsi di Pio XII, vol. IV, Gennaio-Dicembre 1942, Istituto
Missionario Pia Società San Paolo, Roma 1943, pp. 263-272.