L’esame di coscienza (per la confessione)

PRATICA
DELL’ESAME DI COSCIENZA









S.Teresa di Gesù Bambino


“Sono
stata buona, oggi? Il Signore è contento di me?… E gli Angeli, mi voleranno
intorno?”

(S.Teresina all’età di quattro anni, tutte le sere rivolgeva alla sorella
Paolina questa domanda)




Esame
di coscienza per preparare la confessione


(utile anche per prepararsi alla confessione generale di tutta la vita o di un periodo
)



Nella confessione è necessario enumerare tutti i peccati mortali

– che sono certamente mortali,

– che sono stati certamente commessi

– e di cui non ci si è già accusati in una confessione ben fatta.



Che cos’è il peccato? “Il peccato è un’offesa a Dio” (Cat.
Ch. Catt., n. 1850). “Una parola, un atto o un desiderio contrari alla legge
eterna” (ibid., n. 1849). Anche le omissioni possono essere peccato, cfr. Confesso
a Dio onnipotente…

Che cosa si intende con peccato “mortale”? “È peccato mortale
quello che ha per oggetto una materia grave e che, inoltre, viene commesso con piena
consapevolezza e deliberato consenso” (ibid., n. 1857).



È bene confessare anche i peccati veniali, soprattutto quelli abituali e di
proposito deliberato. Cioè quei peccati che, pur essendo in materia non grave,
sono però commessi con piena avvertenza e deliberato consenso e in più
lo sono abitualmente. Tali colpe infatti costituiscono la migliore preparazione alla
colpa grave.



Quando si commette un peccato “veniale”? “Quando, trattandosi di materia
leggera, non si osserva la misura prescritta dalla legge morale, oppure quando si
disobbedisce alla legge morale in materia grave, ma senza piena consapevolezza e
senza totale consenso” (Cat. Ch. Catt., n. 1862).



In una confessione generale, della vita o di un periodo, si confessano anche i peccati
già confessati. Per i peccati veniali ci si limiterà all’essenziale
per non dilungarsi troppo.



I peccati vanno confessati indicando – nella misura del possibile – la loro specie
(che “tipo” di peccato: bestemmia, furto, ecc.; e le circostanze determinanti:
da solo o davanti ad altri, furto di mille lire o di un milione, ecc.) e il loro
numero.



L’esame di coscienza non deve ridursi ad un puro esercizio di memoria o di
introspezione psicologica perché è una forma di preghiera. Per questo
è bene seguire il metodo della preghiera.

Iniziare quindi con la presenza di Dio, l’adorazione e la preghiera preparatoria,
che comprenderà anche la richiesta di una grazia speciale: cioè la
grazia di vedere le proprie colpe, di condannarle e di correggersi.

Quindi esaminare la propria vita o in ordine cronologico o secondo l’ordine dei comandamenti
e chiedere perdono al Signore ogni volta che ci si rende conto di un peccato.

Concludere con un colloquio.

I
Dieci Comandamenti

“Amerai
il Signore Dio tuo

con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze”



Il primo comandamento: “Non avrai altro Dio fuori di me”



La fede

“Il primo comandamento ci richiede di nutrire e custodire la nostra fede con
prudenza e vigilanza e di respingere tutto ciò che le è contrario”
(Cat. Ch. Catt., n. 2088).

Ho trascurato o rifiutato di tenere per vero ciò che Dio ha rivelato e che
la Chiesa ci propone a credere? Mi sono sforzato di superare con serietà e
impegno le obiezioni contro la fede? Ho abbandonato la Chiesa cattolica per aderire
ad un altro gruppo religioso? Ho amato e rispettato la santa Chiesa cattolica nostra
madre? Ho ascoltato con docilità il suo insegnamento ordinario?

La speranza

I peccati contro la speranza sono la presunzione e la disperazione.

Ho mancato di fiducia nella bontà di Dio e nella sua provvidenza? Ho pensato
che vivere da vero cristiano è impossibile? Credo veramente alle promesse
di Dio di aiutare chi lo prega umilmente e confida in lui? In senso inverso: ho peccato
di presunzione abusando della bontà di Dio, illudendomi di ricevere il perdono
senza convertirmi? Ho confuso Dio “buono” con Dio “bonaccione”?

La carità

Ho messo Dio al primo posto in tutto? Ho trascorso settimane e mesi senza mai compiere
il minimo atto d’amore verso Dio, senza pensare a lui? Ho profanato le cose sante?
In particolare: confessioni e comunioni sacrileghe?

L’amore di Dio nel prossimo

Mi sforzo di vedere nel mio prossimo l’immagine e la somiglianza di Dio? Lo amo per
amore di Dio e di Gesù? Ho disprezzato, detestato, deriso il prossimo?

La virtù della religione

Ho pregato? Ho pregato bene? Ho temuto di mostrarmi cristiano per rispetto umano?
Ho trascurato di istruirmi sulle verità della religione? Ho letto libri e
giornali irreligiosi senza validi motivi? Ho parlato e agito contro la religione?
Ho mormorato contro Dio e la sua provvidenza? Sono stato indifferentista, considerando
che tutte le religioni sono uguali?. Ateismo. Materialismo. Naturalismo e laicismo
(non riconoscere la regalità di Cristo su tutta la creazione e in particolare
sulle società umane). Ho aderito a società o a ideologie nemiche della
religione (massoneria, comunismo, ecc.)? Sono stato superstizioso? Ho consultato
le carte e gli indovini? Ho partecipato a sedute spiritiche e pratiche magiche?



Il secondo comandamento: “Non nominare il nome di Dio invano”



“Il secondo comandamento prescrive di ripettare il nome del Signore. Come il
primo comandamento, deriva dalla virtù della religione e regola in particolare
il nostro uso della parola a proposito delle cose sante” (Cat. Ch. Catt., n.
2142).

Ho giurato falsamente o inutilmente? Ho imprecato contro me stesso o contro gli altri?
Ho mancato di rispetto al nome di Dio, di Gesù Cristo, della Vergine Maria
o dei Santi? Li ho nominati con irriverenza o per gioco? Ho mantenuto le promesse
fatte in nome di Dio?



Il terzo comandamento: “Ricordati di santificare le feste”



Vedi il 1°, il 4° e il 5° precetto della Chiesa.

Ho mancato alla Messa la domenica o nei giorni prescritti per mia colpa? Sono giunto
in ritardo? Ho assistito alla Messa senza attenzione e rispetto? Ho rispettato il
riposo festivo? Ho profanato le feste con riunioni o divertimenti pericolosi per
la fede e i costumi?



“Amerai il prossimo tuo come te stesso”



Il quarto comandamento: “Onora il padre e la madre”



“Il quarto comandamento apre la seconda tavola della Legge. Indica l’ordine
della carità. Dio ha voluto che, dopo di lui, onoriamo i nostri genitori ai
quali dobbiamo la vita e che ci hanno trasmesso la conoscenza di Dio. Siamo tenuti
ad onorare e rispettare tutti coloro che Dio, per il nostro bene, ha rivestito della
sua autorità” (Cat. Ch. Catt., n. 2197).

Figli

Ho mancato di rispetto ai genitori? Ho disobbedito? Ho causato loro dei dispiaceri?
Ho trascurato di assisterli in vita e al momento della loro morte? Ho trascurato
di pregare per loro, nelle pene della vita e dopo la loro morte? Ho disprezzato i
loro consigli o non ne ho tenuto conto?



Genitori

Mi sono preoccupato dell’educazione dei figli? Li ho evangelizzati? Ho insegnato
loro a pregare? Ho fatto sì che si accostassero per tempo e preparati ai sacramenti?
Ho vigilato sulla loro educazione scolastica? Sulle loro amicizie? Ho dedicato loro
il mio tempo con generosità? Li ho consigliati, ripresi, corretti? Nelle loro
scelte, li ho assistiti e consigliati per il loro vero bene? Ho dato loro sempre
il buon esempio? Li ho ostacolati indebitamente nella scelta della professione o
dello stato di vita?



Sposi

L’amore per il coniuge è veramente paziente, longanime, premuroso, pronto
a tutto? Ho criticato il coniuge in presenza dei figli? L’ho maltrattato?



Inferiori (impiegati, operai, soldati, ecc.)

Ho mancato di rispetto e di obbedienza ai superiori? Li ho danneggiati con critiche
ingiuste o in altro modo? Ho mancato nell’adempimento dei miei doveri? Ho abusato
della loro fiducia?



Superiori (dirigenti, imprenditori, ufficiali, ecc.)

Ho mancato alla giustizia commutativa, non dando ai miei dipendenti il dovuto? Ho
mancato alla giustizia sociale (assicurazioni, previdenze, ecc.)? Ho punito ingiustamente?
Li ho aiutati nelle necessità? Ho vigilato con cura sulla moralità
dell’ambiente di lavoro? Ho favorito il compimento dei doveri religiosi? Ho sempre
trattato i dipendenti con bontà, equità, carità?



Cittadini

Ho amato la mia patria? Mi sono preoccupato con serietà della sua vita politica?
Promuovendo il suo bene in conformità alla dottrina sociale della Chiesa?



Il quinto comandamento: “Non uccidere”



Mi sono abbandonato all’ira? Ho avuto desideri di vendetta? Ho desiderato il male
del mio prossimo? Ho conservato sentimenti di rancore e di odio? Ho violato la grande
legge del perdono? Ho ingiuriato, percosso, ferito? Pratico la pazienza? Ho dato
cattivi consigli? Ho scandalizzato con parole o atti? Ho trasgredito gravemente e
volontariamente il Codice stradale (anche senza conseguenze)? Sono responsabile di
infanticidio, aborto o eutanasia?

“La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa
sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana”
(Cat. Ch. Catt., n. 2272).

Ho dato scandalo? Con il mio comportamento, le mie parole o il mio modo di vestire?
Ho ecceduto nell’uso di alcool, di tabacco o di medicinali? Ho fatto uso di droghe?



Sesto comandamento: “Non commettere atti impuri”

Nono comandamento: “Non desiderare la donna d’altri”



“Ogni battezzato è chiamato alla castità. […] Tutti i credenti
in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato
di vita” (Cat. Ch. Catt., n. 2348).

“Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre
praticano la castità nella continenza” (Ibid., n. 2349).

Mi sono soffermato volontariamente in pensieri o desideri contrari alla castità?
Sono pronto a fuggire le occasioni di peccato: conversazioni e divertimenti pericolosi,
letture e immagini non caste? Ho indossato abiti indecenti? Ho commesso azioni disoneste
da solo? Con altri? Mantengo legami o amicizie colpevoli? Ho usato indebitamente
del matrimonio, facendone uso soltanto in quei giorni in cui non ci può essere
concepimento e seguendo questo modo di agire senza ragioni gravi? Ho preso farmaci
per evitare figli? Ho indotto il coniuge o altre persone a prenderli?

“È intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell’atto
coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali,
si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione” (Cat. Ch.
Catt., n. 2370).

Ho rifiutato senza motivi sufficienti il debito coniugale? Le relazioni sessuali
fra uomo e donna al di fuori del matrimonio (fornicazione) è sempre peccato
mortale (anche tra fidanzati). Se uno o entrambi sono sposati, al peccato di fornicazione
si aggiunge quello di adulterio (semplice o doppio) che deve essere accusato.

Incesto, omosessualità, bestialità.



Settimo comandamento: “Non rubare”

Decimo comandamento: “Non desiderare la roba d’altri”



“Il settimo comandamento proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni
del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo. Esso
prescrive la giustizia e la carità nella gestione dei beni materiali e del
frutto del lavoro umano. Esige, in vista del bene comune, il rispetto della destinazione
universale dei beni e del diritto di proprietà privata” (Cat. Ch. Catt.,
n. 2401).

Ho desiderato di appropriarmi del bene altrui? Ho commesso o aiutato a commettere
ingiustizie, frodi, furti? Ho pagato i debiti? Ho ingannato o danneggiato il prossimo
nei suoi beni? L’ho desiderato? Ho commesso abusi nelle vendite, nei contratti, ecc.?
Non ho pagato ingiustamente le tasse? Mi sono preoccupato di praticare le opere di
misericordia corporale e spirituale?



Ottavo comandamento: “Non dire falsa testimonianza”



Ho mentito? Ho formulato giudizi temerari? Ho diffamato, calunniato? Ho reso falsa
testimonianza? Ho violato segreti (corrispondenza, segreto professionale, ecc.)?

I
sette peccati capitali



Superbia

Ho una stima esagerata di me stesso? Agisco per orgoglio? Sciupo soldi nella ricerca
del lusso? Disprezzo gli altri? Mi compiaccio in pensieri di vanità? Sono
suscettibile? Sono schiavo del “che cosa dirà la gente?” e della
moda?



Avarizia

Sono attaccato ai beni terreni? Ho sempre fatto l’elemosina secondo le mie possibilità?
Per avere, non ho mai leso le leggi della giustizia? Ho praticato il gioco d’azzardo?
Vedi il settimo e decimo comandamento.



Lussuria

Vedi il sesto e nono comandamento.



Invidia

Ho avuto sentimenti di gelosia? Ho cercato di nuocere agli altri per invidia? Mi
sono compiaciuto del male, o rattristato del bene altrui?



Gola

Ho ecceduto nel mangiare e nel bere? Mi sono ubriacato?



Ira

Vedi il quindo comandamento.



Pigrizia

Sono pigro nell’alzarmi la mattina? Nello studio e nel lavoro? Nel pregare e nel
compiere i doveri religiosi?



I doveri di stato



Ho mancato agli obblighi speciali del mio stato? Operaio, studente, medico, professore,
medico, avvocato, casalinga, ecc. Preparazione, aggiornamento, disponibilità,
ecc.

I
precetti della Chiesa

(Cfr. Cat. Ch. Catt., nn. 2041-2043)

1. Parteciperai
alla Messa la domenica e le altre feste comandate.

2. Confesserai tutti tuoi peccati almeno una volta all’anno.

3. Riceverai umilmente il tuo Creatore almeno a Pasqua.

4. Santificherai le feste che ti sono comandate.

“La domenica e le altre feste di precetto i fedeli […] si astengano […]
da quei lavori e da quegli affari che impediscono di rendere culto a Dio e turbano
la letizia propria del giorno del Signore o il dovuto riposo della mente e del corpo”
(Codice di Diritto Canonico, can. 1247).

5. Osserverai il digiuno prescritto e parimenti l’astinenza.

“Si osservi l’astinenza dalle carni o da altro cibo, secondo le disposizioni
della Conferenza Episcopale, in tutti e singoli i venerdì dell’anno, eccetto
che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità; l’astinenza e il
digiuno, invece, il mercoledì delle Ceneri e il venerdì della Passione
e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo” (Ibid., can. 1251).

Il digiuno consiste in un solo pasto regolare nel giorno con piccole porzioni di
cibo al mattino e alla sera.

I fedeli hanno anche l’obbligo di sovvenire alle necessità materiali della
Chiesa, ciascuno in base alle proprie possibilità.


Se la
confessione ti costa un po’, recita una preghiera alla Vergine Maria. Il suo aiuto
non ti mancherà. Ultimata la preparazione, entra nel confessionale con umiltà
e raccoglimento, considerando che il sacerdote occupa il posto di Gesù Cristo
nostro Signore, e accusa tutti i peccati con sincerità.









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