«Il
messaggio di Fatima e la crisi nella Chiesa»
di Antonio Augusto Borelli Machado
Fatima, 1917-1977:
sessant’anni! Suor Lucia, 1907-1977: settant’anni! Queste due date, che nell’anno
in corso coincidono, ci inducono a tentare una valutazione di quanto ha rappresentato
fino a ora, e di quanto potrà rappresentare in un prossimo futuro, la storia
di Fatima, cosi come si può intravedere dalla prospettiva storica del 1977.
La prima domanda è naturalmente relativa a quanto ha rappresentato per la
Chiesa e per il mondo la divulgazione delle apparizioni e del messaggio di Fatima.
La predicazione
del messaggio di Fatima avrebbe dovuto essere fondamentalmente anticomunista
Come è
noto — forse confusamente arcinoto! — la sostanza del messaggio trasmesso agli
uomini dalla Madonna a Fatima, nel 1917, era che, se la umanità non si fosse
convertita, abbandonando le vie del peccato che stava battendo, sarebbe caduto sul
mondo un castigo spaventoso, e che il comunismo sarebbe stato lo strumento di questo
castigo. Non si può dire che il messaggio di Fatima non sia stato, in qualche
modo, annunciato a tutto il mondo, soprattutto ai popoli cattolici. Il grande torrente
di libri pubblicati nelle lingue più diverse, alcuni dei quali con tirature
enormi, i periodici, le trasmissioni radiofoniche e televisive, che hanno riferito
abbondantemente i principali eventi relativi alle apparizioni della Cova da Iria,
costituiscono nel loro insieme un’opera di divulgazione forse senza paragone, che
ha fatto di Fatima uno degli avvenimenti oggi più conosciuti in tutto il mondo.
Accanto a questo — e forse più di tutto questo — si deve sottolineare in
modo speciale la parte avuta dalle quattro immagini pellegrine, scolpite sotto la
direzione di suor Lucia, che hanno percorso la terra intera, nei decenni Quaranta
e Cinquanta, ravvivando negli uomini la nozione del messaggio di Fatima. Si compiva
cosi, fin dall’epoca di Pio XII, un proposito della Gerarchia degno di grandissimo
rispetto. mirante a rendere nota agli uomini la volontà della Madonna. Ma
ci trovavamo già in tempi che preannunciavano le catastrofi spirituali prodotte
dall’attuale progressismo, e di cui Paolo VI ha preso atto nella storica allocuzione
del 29 giugno 1972, nella quale ha avanzato la terribile ipotesi che “il
fumo di SatanaÓ sia penetrato nel sacro recinto (1). Di conseguenza, la predicazione di Fatima, che
avrebbe dovuto essere, anzitutto e soprattutto, una predicazione fondamentalmente
anticomunista, che denunciasse gli errori e le deviazioni della società moderna
— errori che l’avrebbero trascinata, come castigo, fino al comunismo -; questa predicazione,
che avrebbe dovuto annunciare la devozione al Cuore Immacolato di Maria e la ottemperanza
ai desideri della Madonna come la soluzione della crisi senza precedenti in cui si
dibatte il mondo moderno questa predicazione fu qualcosa di tutto questo, ma, nella
grandissima maggioranza dei casi, fu tutto questo fiaccamente. In queste condizioni,
la devozione alla Madonna di Fatima, benché largamente diffusa, non poteva
raggiungere il fine per il quale era stata preparata. Infatti, il semplice battimani
alla Madonna di Fatima — come si sarebbero battute le mani alla Madre di Dio sotto
la invocazione di Lourdes o di Loreto o di Aparecida — era evidentemente
una cosa molto buona, molto desiderabile e degna di molto rispetto, come qualsiasi
atto di devozione a Maria santissima, ma non aveva quel particolare rapporto con
il momento storico presente e con i disegni della Madonna, legati al messaggio di
Fatima. Da questo punto di vista, la devozione alla Madonna di Fatima avrebbe dovuto
essere inculcata, nella nostra epoca, molto più di tante altre devozioni,
tutte eccellenti, suscitate a suo tempo dallo Spirito Santo nella Chiesa. Ma non
si è fatto cosi. In questo modo, tutto il movimento di pietà sviluppatosi
a partire da Fatima ha prodotto qualche buon risultato non vi è dubbio, ma
non tutto il bene che se ne poteva aspettare. Obiettività vuole, soprattutto,
che si dica che la meta indicata dalla Madonna a Fatima non è stata conseguita,
e che alle condizioni da lei presentate per ovviare al castigo non si è ottemperato.
Il contenuto
specifico della devozione alla Madonna di Fatima
Gli autori che
hanno scritto su Fatima hanno messo in risalto il fatto che, apparendo per la prima
volta la Madonna si presentava con un volto che non era “né triste
né allegro, ma serio” con un’aria di dolce rimprovero. Questa espressione
fisionomica si combinava perfettamente con la gravità del messaggio che veniva
a portare agli uomini. Tuttavia, a partire dalla terza apparizione — in cui comunicò
ai veggenti il famoso segreto -, la Madonna lascia sempre più trasparire la
tristezza che le riempie l’anima. E infine, nell’ultima apparizione, dice: “Bisogna
che [gli uomini] si emendino che chiedano perdono dei loro peccati”.
E, assumendo un aspetto più triste, “Non offendano più Dio
nostro Signore che è già molto offeso”. Questo è l’atteggiamento
spirituale che dobbiamo assumere per diventare sensibili all’autentico significato
del messaggio di Fatima. La Madonna vuole che partecipiamo della sua serietà,
di fronte alla situazione calamitosa in cui si trova il mondo. Ella desidera che
partecipiamo della sua tristezza per i peccati del mondo,e della sua apprensione
per i castighi che cadranno Sulla umanità. Se ci porremo in questa disposizione
di spirito, come premio si prenderà cura delle nostre necessità spirituali
e materiali. Quando la Madonna scopriva davanti a Lucia, a Francesco e a Giacinta
panorami immensi. annunciando loro che il mondo sarebbe passato attraverso queste
e quelle catastrofi, che il comunismo si sarebbe diffuso su tutta la terra, che molte
nazioni sarebbero scomparse, non possiamo immaginare che, in quel momento, i veggenti
si preoccupassero dei loro problemini spirituali o materiali. Possiamo soltanto pensare
che stessero prendendo conoscenza di quanto la Madre di Dio diceva, e commuovendosi
a proposito di quanto diceva. I frutti spirituali sarebbero venuti dopo — o contemporaneamente
-, ma come effetto della loro partecipazione a quanto diceva la Madonna. E così
accadde realmente. Ciascuno di noi deve agire nello stesso modo. Se la Madre di Dio
si intristisce e piange a causa della situazione del mondo, anch’io mi devo commuovere
e devo prendere la risoluzione di comportarmi seriamente per fare arrestare queste
lacrime. Il resto verrà in sovrappiù, perché la Vergine santissima,
Madre di Misericordia, non trascurerà le nostre anime e le nostre necessità,
anche materiali. Ma questo sovrappiù è condizionato alla attenzione
rispettosa e fedele prestata al suo messaggio. Questo è il contenuto specifico
della devozione alla Madonna di Fatima, il tema proprio e adeguato per le nostre
preghiere e meditazioni di fronte alle sue sacre immagini.
La Madonna
di Fatima, Madonna della Contro-Rivoluzione
Approfondiamo
le considerazioni che abbiamo appena fatto. A Fatima, la Madre del Redentore ha denunciato
i peccati della umanità, che avrebbero condotto il mondo al comunismo. Come
è ovvio, vi deve essere un nesso tra il peccato e il castigo. Quali sono i
peccati che, in modo specifico, portano il mondo al comunismo? Nel suo celebre saggio
Rivoluzione e Contro-Rivoluzione Plinio Corrêa de Oliveira descrive
il plurisecolare processo rivoluzionario che, con la irruzione del Rinascimento e
del protestantesimo al tramonto del Medioevo, e dopo essere passato attraverso la
sanguinosa tappa della Rivoluzione francese, sta concludendosi nel comunismo (2). In che consiste il processo rivoluzionario,come
si presenta attualmente in campo internazionale? Consiste precisamente nella avanzata
comunista su tutti i fronti, nella propaganda socialista sfrenata, nello sbracamento
delle mode immorali- che, d’altra parte, è stato rivelato esplicitamente dalla
Madonna a Giacinta, nelle apparizioni posteriori al 1917-, nella crisi all’interno
della Chiesa, nel cosiddetto processo di “autodemolizione” che affligge
il corpo mistico di Cristo, ecc. Orbene, se la Madonna indica nel comunismo l’esito
di una situazione di peccato, in cui è immersa la umanità, è
evidente che intende fare riferimento a un processo rivoluzionario come quello descritto
da Plinio Corrêa de Oliveira. La Madonna, quindi, ci insegna a esecrare il
processo rivoluzionario, e vuole che impegniamo tutte le nostre forze e le nostre
risorse nell’allontanare gli avvenimenti che portano al comunismo. In una parola,
la Madonna ci invita a lottare per la ControRivoluzione, che è il nome con
cui Plinio Corrêa de Oliveira denomina il processo di restaurazione dell’ordine
distrutto dalla Rivoluzione. In questo modo, la Mediatrice di tutte le grazie ci
invita concretamente a questa forma di amore di Dio attraverso cui siamo più
che sensibili agli interessi della santa Chiesa cattolica, apostolica, romana e della
civiltà cristiana, infiammati dal desiderio di sbarrare il passo a questa
enorme cospirazione che tenta di distruggerle. E non solo sbarrarle il passo, ma
fare anche vincere la Chiesa e la civiltà cristiana, cioè la Contro-Rivoluzione,
con la instaurazione del Regno di Maria, come lei stessa ha profetizzato a Fatima
dicendo: “Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà”. A pieno
titolo, pertanto, la Madonna di Fatima può essere chiamata “Madonna della
Contro-Rivoluzione”.
La crisi nella
Chiesa, probabibile contenuto della terza parte del segreto
Ci resta da trattare
il famoso tema del segreto di Fatima, manifestato ai veggenti nella apparizione di
luglio. Come è noto, il segreto consta di tre parti distinte, di cui le prime
due sono state rivelate da suor Lucia nel 1941. La terza, anch’essa già scritta
da suor Lucia, è in possesso della Santa Sede, che non ha ancora giudicato
opportuna la sua divulgazione. Questa terza parte mantiene in suspense l’attenzione
internazionale. Non ripeteremo a questo punto le fondate congetture che inducono
ad ammettere che questa terza parte tratti della crisi interna alla Chiesa (3). Aggiungiamo soltanto una considerazione.
Nella seconda parte del segreto, la Madre di Dio ha annunciato un castigo che, per
la sua natura, tocca soprattutto la società temporale. Poiché sta avanzando
verso il comunismo, questa è minacciata da un castigo tanto terribile, che
comporta la scomparsa di diverse nazioni. Riesce difficile credere che la Madonna
abbia previsto questa ecatombe dell’ordine civile, e non abbia voluto mettere in
guardia gli uomini a proposito di un castigo molto peggiore, come è quello
costituito dalla crisi interna alla Chiesa. Prima che questa crisi diventasse notoria,
si capisce che uno spirito pietoso sarebbe inorridito di fronte a una tale ipotesi.
Ma, a partire dal momento in cui la crisi è diventata pubblica, non vi è
ragione per ritirarsi di fronte a questo pronostico. La tiepida accoglienza riservata
dalla maggioranza dei cattolici al messaggio di Fatima, oltre al formale rifiuto
di una gran parte, a cui si aggiunge questo inimmaginabile — ma assolutamente inconfutabile
— connubio di tanti ecclesiastici e laici con il comunismo, come potrebbero non
meritare un riferimento particolare nel segreto di Fatima? Avendo presente l’atmosfera
della Chiesa nel 1917, era naturale che una prospettiva tanto drammatica fosse conservata
nel segreto. La presenza di san Pio X si faceva ancora sentire, non solo per il ricordo
della sua morte recente, ma anche per la incorruttibilità del suo corpo. Il
comunismo stava per arrivare al potere in Russia. La reazione contro il processo
rivoluzionario era una possibilità. Nella Chiesa, nonostante i motivi di dolore,
vi era molto maggiore compostezza, molto maggiore decoro, tale da rendere inimmaginabile
quanto vi succede oggi. La previsione di un panorama come quello che abbiamo attualmente
davanti agli occhi, avrebbe potuto turbare innumerevoli anime. Ma, a partire dal
momento in cui il male è tanto notorio che il suo annuncio non scandalizza
più nessuno, la proclamazione della esistenza del male può soltanto,
al contrario, essere benefica per confermare nella fede le anime ancora fedeli. Se
questo è, come ci pare di potere congetturare, il contenuto della terza parte
del segreto, si capisce perfettamente come la Madonna abbia voluto annunciarlo ai
veggenti perché lo rivelassero al momento opportuno.
*
* *
Suor Lucia ha
compiuto, il 22 marzo scorso [1977]. settant’anni. Ella è stata lasciata su
questa terra, dalla Madonna, per compiere una determinata missione. È logico
pensare che questa missione includa la dichiarazione di autenticità del testo
della terza parte del segreto. Nella atmosfera caotica in cui viviamo, soprattutto
di fronte alla crisi interna alla Chiesa, un testo divulgato senza il suo sigillo
correrebbe il rischio serio di suscitare perplessità, dubbi, contestazioni.
Sono tutti motivi che rendono urgente la divulgazione di questa parte del segreto.
Rispettando, quindi, la legittima decisione della autorità ecclesiastica,
niente ci impedisce di elevare i nostri cuori fino al trono della Vergine santissima
e di gridare come il profeta Samuele: “Loquere Domina quia audit servus tuus”
(4). Parlate, Signora, attraverso
la bocca di suor Lucia, perché la autenticità del vostro messaggio
non possa essere messa in dubbio e commuova i cuori dei giusti.
(1)
Cfr. Paolo VI, Allocuzione per il nono anniversario della incoronazione, del 29-6-1972,
in Insegnamenti di Paolo VI, vol. X, pp. 707-708.
(2)
Cfr. P. Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3a ed.
it. accresciuta Cristianità, Piacenza 1977.
(3)
Cfr.
la nota 10.
(4)
Cfr. “Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta” (1 Re 3, 10).
tratto
da: Antonio A. Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo
i manoscritti di suor Lucia, Piacenza: Cristianità, 1977; pp. 73-79.