EPISTOLARIO
di S. Luigi Maria Grignion de Montfort
edizione bilingue
I. Lettere ai genitori
e allo zio sac. Alain Robert
(lettere 1, 2, 3,
4)
LETTERA 1
(frammento)
Fonte: GRANDET,
p. 318.
Destinatari: I genitori e lo zio sacerdote [1].
Da Parigi, data incerta [2].
È un frammento di una lettera non pervenutaci: il biografo Grandet lo inserisce
nel contesto della devozione alla Madonna che il Montfort suggerisce con insistenza
ad ognuno.
…Dite a mio fratello Giuseppe [3] che lo prego di studiare per bene: diventerà uno dei migliori della classe. Per questo deve mettere lo studio nelle mani della sua buona Madre, la Vergine santa. Continui a renderle piccoli ossequi; ella saprà ben concedergli quanto gli occorre. La stessa cosa raccomando alle mie sorelle. | Dites à mon frère Joseph que je le prie de bien étudier, et qu’il fera un des mieux de sa classe. Que pour cela, il doit mettre son étude entre les mains de sa bonne Mère, la Sainte Vierge. Qu’il continue à lui rendre ses petits devoirs, elle saura bien lui donner ce qui lui est nécessaire. Je recommande la même chose à mes soeurs. |
NOTE
1
Grandet parla dello zio sacerdote, fratello della mamma, Alain Robert (1653-1735)
addetto alla centrale chiesa Saint-Sauveur di Rennes.
2 La lettera giunge in casa Robert a Rennes; Luigi-Maria è
a Parigi per gli studi seminaristici. L’intera lettera forse è quella ch’egli
scrisse «dieci giorni dopo il suo arrivo (a Parigi) ai parenti che invitava
a ringraziare Dio per le grazie fattegli durante il viaggio e diceva loro ch’era
arrivato felicemente a Parigi e in buona salute» (Cf Grandet, p. 9).
3 Joseph-Pierre (1674-1714) è il terzo figlio dei Grignion,
e, dopo Luigi-Maria, il secondo vivente. Studiò qualche tempo con Luigi a
Rennes, presso i Gesuiti, continuandovi dopo la partenza del fratello. Fattosi domenicano,
venne ordinato sacerdote nel 1698. Fu destinato a ricoprire la carica di economo
nel convento di Vitré (Ille-et-Vilaine) a 36 Km da Rennes. Morì in
viaggio a Blois. I due fratelli si ritrovarono casualmente nel 1706 presso il convento
di Dinan.
Fonte: BESNARD,
L 1, p. 21
Destinatario: lo zio sac. Alain Robert.
Da Parigi, il 20 settembre 1694 [4].
Già dall’anno precedente (1692), il Montfort faceva parte di una comunità
per seminaristi poveri, fondata nel 1686 dal sulpiziano De la Barmondière.
Alla morte di costui, il giovane studente si rimette nelle mani della Provvidenza.
Non si potrà non rilevare la forza di quell’espressione: «Ho nei cieli
un Padre che non manca mai!», che in fondo è il tema dell’intera vita
di Luigi-Maria da Montfort.
Il puro amor di Dio regni nei nostri cuori. Con molta gioia ho ricevuto la tua lettera che mi è tanto più cara in quanto proviene da una persona che nutre un grande affetto per me. Siccome nella tua lettera mi dai notizia di una morte, bisogna che in cambio anch’io ti dia notizia di un’altra: quella del signor De la Barmondière, il mio direttore e superiore che mi ha fatto tanto del bene qui. È stato sepolto domenica scorsa fra il rimpianto di tutta la parrocchia [5] e di quanti l’hanno conosciuto. È vissuto da santo, e da santo è morto. Fu lui a fondare il seminario in cui mi trovo, e ad avere la bontà di accettarmi per niente. Non so ancora come andranno le cose, se vi rimarrò o ne uscirò, poiché ancora non si è fatto conoscere pubblicamente il suo testamento. Qualunque cosa mi capiti, io non me ne preoccupo: ho nei cieli un Padre che non manca mai. Egli mi ha condotto fin qui, mi ha conservato fino ad oggi e lo farà ancora con le sue ordinarie misericordie. Benché io non meriti che castighi per i miei peccati, non smetto di pregare Dio e di abbandonarmi alla sua Provvidenza. Non ho potuto rispondere alla tua lettera, quando l’avrei voluto, perché ne sono stato impedito da un corso di esercizi spirituali che ho fatto a San Sulpizio [6], prima di ricevere i quattro ordini minori, ormai ricevuti per grazia di Dio. | Le pur amour de Dieu règne dans nos coeurs. J’ai reçu avec bien de la joie votre lettre, qui m’est d’autant plus chère qu’elle part d’une personne qui a plus d’affection pour moi. Comme dans votre lettre vous me donnez la nouvelle d’une mort, il faut que pour échange je vous donne aussi la nouvelle d’une, qui est de M. de la Barmondière, mon directeur et supérieur, et qui m’a fait tant de bien ici. Il est enterré de dimanche dernier, avec le regret de toute la paroisse et de tous ceux qui l’ont connu. Il a vécu en saint et il est mort en saint. C’est lui qui a fondé le séminaire où je suis, et qui avait eu la bonté de m’y recevoir pour rien. Je ne sais pas encore comment tout ira, si j’y demeurerai ou en sortirai, car on ne sait pas encore à découvert son testament. Quoi qu’il m’en arrive, je ne m’en embarrasse pas. J’ai un Père dans les cieux qui est immanquable. Il m’a conduit ici, il m’y a conservé jusqu’ici, il le fera encore avec ses miséricordes ordinaires. Quoique je ne mérite que des châtiments pour mes péchés, je ne laisse pas de prier Dieu et de m’abandonner à sa Providence. Je n’ai pu faire réponse à votre lettre aussitôt que j’aurais voulu, car j’en ai été empêché par une retraite que j’ai faite à St Sulpice pour recevoir les quatre [ordres] mineurs, que j’ai, Dieu merci, reçus. |
NOTE
4
Grandet (p. 291) data la lettera al 26 settembre.
5 La parrocchia di San Sulpizio, della quale il sac. De la Barmondière
era stato parroco dal 1678 al 1689, e nel territorio della quale sorgeva il seminario.
6 Il corso di Esercizi ebbe luogo nella Casa madre dei Preti della
missione, a San Lazzaro, unitamente al seminario di San Sulpizio.
Fonte: BESNARD,
L 1, pp. 22-23.
Destinatario: lo zio sac. Alain Robert.
Da Parigi, 11 luglio 1695.
Altra lettera dedicata alla divina Provvidenza, quella del Padre che non manca mai.
Dopo le ansie dei mesi passati – Luigi Maria, dopo la morte del De la Barmondière,
era passato con i chierici più poveri nella comunità, più misera
della precedente, di François Boucher; ivi, il giovane chierico inizia il
secondo anno di teologia; nel corso dell’anno si ammala seriamente; ricoverato all’ospedale,
i medici l’avevano dato per spacciato, ma si era ristabilito – finalmente, con l’aiuto
di Dio, il Montfort è giunto alla «casa dei santi», San
Sulpizio.
Carissimo zio, Il puro amor di Dio regni nei nostri cuori. Ti scrivo per salutarti molto umilmente e per notificarti che la Provvidenza mi ha messo al Piccolo Seminario di San Sulpizio [7] per opera della signora d’Alègre, di cui ti aveva parlato la signorina de Montigny e presso la quale abita la signorina Le Breton. Siccome essa aveva destinato 160 lire di rendita annuale per il mantenimento di un seminarista – e tale somma è passata al Piccolo Seminario dove si pagano 260 lire, dopo la morte del signor De la Barmondière e la fusione del suo modesto seminario con il Piccolo San Sulpizio – disse alla signorina Le Breton ed al superiore del seminario [8] che fossi io a goderne il frutto. La signora d’Alègre, avendo sentito parlare di te dalla signorina Le Breton, ti prega di celebrare una messa per lei all’altare della santissima Vergine; anch’io te ne prego con tutto il cuore. E siccome quella rendita non era sufficiente per pagare la retta del Piccolo Seminario, l’amabile Provvidenza di Dio mi ha fatto avere, senza che io ci avessi mai pensato, una cappellania che rende circa 100 lire, a due leghe da Nantes [9], e della quale resto provvisto tanto che mi servirà da titolo [10]. Ti prego, ringrazia Dio per me delle grazie che mi fa non solo nelle cose temporali, che sono ben poco, ma in quelle eterne. Che Dio non entri in giudizio contro di me, poiché io non traggo alcun profitto dalle sue grazie; non faccio che offenderlo ogni giorno. | Mon très cher oncle, Le pur amour de Dieu règne dans nos coeurs. C’est pour vous saluer très humblement, et pour vous marquer que la Providence m’a mis au petit Séminaire de St Sulpice, par le moyen de Madame d’Alègre, qui est celle dont vous avait parlé Mademoiselle de Montigny a et chez qui est Mademoiselle Le Breton. Comme elle avait donné I60 ll de revenu par an pour la nourriture d’un ecclésiastique – que cela a été uni au petit Séminaire, où on paie 260 ll., après la mort de M. de la Barmondière et la réunion de son petit Séminaire avec l’autre petit – elle a dit à Melle Le Breton et au supérieur du Séminaire qu’elle voulait que ce fût moi qui remplisse cette place. Mde d’Alègre ayant entendu parler de vous à Melle Le Breton, elle vous prie de dire pour elle une messe à l’autel de la très Ste Vierge; je vous en prie aussi de tout mon coeur. Et comme cette pension n’est pas suffisante pour payer la pension du petit Séminaire, l’aimable Providence de Dieu m’a fait avoir, sans que j’y aie jamais pensé, une chapellenie d’environ I00 ll. à deux lieues de Nantes, dont je suis pourvu tellement qu’elle me servira de titre. Remerciez, je vous prie, Dieu pour moi des grâces qu’il me fait, non seulement pour les choses temporelles, qui sont peu de chose, mais pour les éternelles. Qu’il n’entre point en jugement avec moi, car je ne fais point de profit de ses grâces, je ne fais que l’offenser tous les jours. |
NOTE
7
Come il grande San Sulpizio, anche quello piccolo era un seminario
di teologia creato dal Brenier e dal Baüyn nel 1684 per chierici poveri. Situato
a ridosso di quello grande, più famoso, faceva corpo con quello e ne
traeva spirito e regolamenti.
8 Il Brenier, uno dei fondatori del seminario.
9 La chiesa parrocchiale di Saint-Julien-de-Concelles era dotata
di un lascito di sante messe, chiamate la grande cappellania istituita dai
baroni di Gué-au-Voyer.
10 Luigi-Maria venne designato ad assumere questo beneficio con
atto notarile del 17 marzo 1695, mentre era moribondo all’ospedale di Parigi. Ne
prese possesso, per procura, il 15 e 16 giugno 1695. Suo procuratore, con atto firmato
a Parigi il 18 maggio, fu il sac. Maturino Vivant. Montfort rinuncerà a questo
beneficio con atto notarile del 23 giugno 1700, accontentandosi di quello di La Bachelleraie
di 80 lire, cedutogli dal padre.
Fonte:
GRANDET, p. 378.
Destinatario: lo zio sac. Alain Robert.
Da Parigi, 6 marzo 1699.
II giovane Luigi Maria scrive dal piccolo Seminario di San Sulpizio. II rammarico
espresso in questa lettera può essere stato suggerito dal superiore del Seminario
o dallo stesso suo direttore spirituale; è tuttavia espressione del distacco
dalle cose del mondo e del desiderio di liberarsi da ogni vanità.
Ti prego di dire alla signora B. [11] che ho ricevuto il suo plico di lettere per mons. Vescovo di Saint-Malo [12]. Caro zio, queste diverse commissioni, ti confesso, mi danno fastidio e mi fanno quasi rivivere al mondo. Piacesse a Dio che mi si lasciasse in pace come i morti nella tomba, oppure come la lumaca nella sua conchiglia, la quale può sembrare qualcosa finché resta nascosta, ma che appare null’altro che sconcezza e bruttura quando ne esce. Proprio quello che sono io, ed anche peggio, poiché non faccio che guastare tutto quando mi impiccio in qualche faccenda. Dunque, ti prego in nome di Dio: non ricordarti di me se non per pregare Dio per me. Non prevalga l’uomo… Liberami dall’uomo iniquo e fallace. In nostro Signore e nella nostra buona Madre, sono tutto tuo per il tempo e per l’eternità. | Je vous prie de dire à Madame B. que j’ai reçu son paquet de lettres pour Monseigneur l’évêque de Saint Malo. Ces commissions différentes, mon cher oncle, je vous l’avoue, me font de la peine et me font comme revivre au monde. Plût à Dieu qu’on me laissât en repos cornme les morts dans le tombeau, ou le limacon dans sa coquille, qui y étant caché paraît quelque chose, mais en sortant il n’est qu’ordure et vilainie. C’est ce que je suis, et même pis, puisque je ne fais que tout gâter lorsque je me mêle de quelque affaire. Je vous prie donc, au nom de Dieu, de ne vous sou venir de moi que pour prier Dieu pour moi. Non prevaleat homo, ab homine iniquo et doloso erue me. Je suis, en Notre Seigneur et notre bonne Mère, tout vôtre pour le temps et pour l’éternité. |
NOTE
11
Sconosciuta.
12 S. Ecc. Mons. Sebastiano de Quémadeuc, dal 1671 al 1702
vescovo della diocesi di Saint-Malo dalla quale, a quel tempo, dipendeva la parrocchia
di Montfort-sur-Meu.