EPISTOLARIO
di S. Luigi Maria Grignion de Montfort
PRESENTAZIONE,
DESTINATARI E INDICE
PRESENTAZIONE
Forse nessun documento
ci rivela la personalità di un autore quanto il suo epistolario. Perciò
diamo il primo posto alle 34 lettere di S. Luigi-Maria da Montfort, che rappresentano
tutta la sua corrispondenza pervenuta fino a noi.
Purtroppo molte lettere sono scomparse: per esempio quelle scritte all’amico Blain
da Parigi e da Nantes, e quelle indirizzate a Suor Maria Luisa Trichet e da questa
bruciate per ordine del confessore (cf Besnard, Maria Luisa…, p. 114).
Quelle rimasteci e qui pubblicate bastano tuttavia a far emergere in tutta la sua
concretezza la persona del Montfort, con le sue preoccupazioni, i suoi progetti,
la sua spiritualità. Sono come delle istantanee, che fissano particolari momenti
della sua esistenza fornendoci un’introspezione psicologica e interpretazione esistenziale
di avvenimenti, quali invano cercheremmo nei primi biografi.
Nelle lettere il Montfort si presenta in prima persona: con la marcata coscienza
dei propri limiti (L 5, 6, 9) e la decisione a seguire Cristo povero nonostante le
croci e le persecuzioni (L 6, 11, 15), con il tormento interiore di ricerca della
Sapienza (L 13-17) e l’imperturbabile fiducia in Dio-Provvidenza e in Maria (L 2,
8, 10, 15).
Attraverso le lettere percepiamo alcuni tratti essenziali della sua fisionomia spirituale:
l’amore alla croce e la ricerca della Sapienza (L 15, 32), il ritmo intenso di preghiera
(L 6), il rapporto di amicizia profonda con peccatori, poveri e persone devote (L
6, 9, 13, 33), le grazie apostoliche di illuminazione e di apertura di cuore con
tutti (L 11), i successi missionari (L 9-10), i criteri di discernimento degli spiriti
onde comporre ispirazioni e obbedienza (L 5, 6, 16), la dimensione eucaristica riparatrice
(L 12, 14, 19), il primato della fede sulla visione (L 19), la necessità della
croce e delle persecuzioni quando si intraprende qualche opera per la gloria di Dio
e la salvezza del prossimo (L 22, 27).
Il Montfort che risulta dal suo epistolario è un santo dalle dimensioni nettamente
umane: ha esperimentato povertà, solitudine, incomprensioni, sofferenze. Basti
leggere la L 15 scritta da Parigi a Suor Maria Luisa, per comprendere lo stato d?animo
di un uomo incompreso perfino dai direttori del seminario e dagli stessi condiscepoli
nei suoi ideali e nel suo comportamento: «Qui non conosco amici se non Dio
solo. Quelli che m’ero fatto un tempo a Parigi mi hanno abbandonato». Più
ancora rivelatrice è la Lettera 26, in cui riassume alla sorella il suo cammino
apostolico a due anni dalla morte: «Se tu conoscessi la lista delle mie croci
e delle mie umiliazioni, dubito che desidereresti tanto vedermi; infatti non posso
fermarmi in alcuna località senza dare ai miei migliori amici un pezzo della
mia croce da portare, spesso mio e loro malgrado… Sempre in allarme, sempre sulle
spine, sulle pietre aguzze… Ed è così che mi trovo senza tregua e
senza riposo, da tredici anni, da quando uscii da San Sulpizio».
Eppure proprio sullo sfondo di questa esistenza drammatica e precaria, si stagliano
con più evidenza i valori cristiani cui il Montfort ha aderito tenacemente
fino alla fine: incrollabile abbandono al Padre, accettazione della croce come conseguenza
della sua scelta di Cristo e del Vangelo, fiducia nella Madonna, impegno attivo di
evangelizzazione, speranza nella riuscita delle imprese apostoliche o caritative,
in un futuro misterioso e contraddetto dal presente. Proprio in questo emergere del
santo su situazioni umanamente opprimenti, va ricercata la sua grandezza.
N.B. Invece del Voi che il Montfort rivolge abitualmente ai suoi destinatari,
la traduzione italiana preferisce usare il tu quando si tratta di familiari
o di figlie spirituali e il lei per le altre persone.
DESTINATARI
Il sac. Alain Robert | L 1, 2, 3, 4. |
Il sac. sulpiziano Leschassier | L 5, 6, 8, 9, 10, 11. |
La sorella Guyonne-Jeanne (Louise). | L 7, 12, 17, 18, 19, 24, 26. |
Una religiosa benedettina del SS. Sacramento | L 13. |
Una religiosa | L 14. |
Madre Maria-Luisa di Gesù | L 15, 16, 25, 27, 28, 29, 34. |
La madre di Luigi-Maria | L 20. |
Il Rettore di Bréal | L 21. |
Il sac. De la Carrière | L 22. |
Il Generale dei Domenicani | L 23. |
Suor della Concezione | L 27, 28 (queste due lettere indirizzate anche a Madre Maria Luisa), 31. |
Maria Régnier e suo padre | L 30. |
La Comunità della Sapienza | L 32. |
La signorina Dauvaise | L 33. |
INDICE
N. | Fonte | Destinatari | Luogo | Note |
GRANDET, p. 318. | I genitori e lo zio sacerdote | Da Parigi, data incerta | È un frammento di una lettera non pervenutaci: il biografo Grandet lo inserisce nel contesto della devozione alla Madonna che il Montfort suggerisce con insistenza ad ognuno. | |
BESNARD, L 1, p. 21 | Lo zio sac. Alain Robert. | Da Parigi, il 20 settembre 1694 | Già dall’anno precedente (1692), il Montfort faceva parte di una comunità per seminaristi poveri, fondata nel 1686 dal sulpiziano De la Barmondière. Alla morte di costui, il giovane studente si rimette nelle mani della Provvidenza. Non si potrà non rilevare la forza di quell’espressione: «Ho nei cieli un Padre che non manca mai!», che in fondo è il tema dell’intera vita di Luigi-Maria da Montfort. | |
BESNARD, L 1, pp. 22-23. | Lo zio sac. Alain Robert. | Da Parigi, 11 luglio 1695. | Altra lettera dedicata alla divina Provvidenza, quella del Padre che non manca mai. Dopo le ansie dei mesi passati – Luigi Maria, dopo la morte del De la Barmondière, era passato con i chierici più poveri nella comunità, più misera della precedente, di François Boucher; ivi, il giovane chierico inizia il secondo anno di teologia; nel corso dell’anno si ammala seriamente; ricoverato all’ospedale, i medici l’avevano dato per spacciato, ma si era ristabilito – finalmente, con l’aiuto di Dio, il Montfort è giunto alla «casa dei santi», San Sulpizio. | |
GRANDET, p. 378. | Lo zio sac. Alain Robert. | Da Parigi, 6 marzo 1699. | II giovane Luigi Maria scrive dal piccolo Seminario di San Sulpizio. II rammarico espresso in questa lettera può essere stato suggerito dal superiore del Seminario o dallo stesso suo direttore spirituale; è tuttavia espressione del distacco dalle cose del mondo e del desiderio di liberarsi da ogni vanità. | |
5 | Processo canonico 1551. | Il sac. Leschassier, sulpiziano. | Da Nantes, 6 dicembre 1700. | Luigi-Maria Grignion fu ordinato sacerdote il 5 giugno 1700. I superiori del Seminario avrebbero desiderato ch’egli si fermasse a San Sulpizio, ma il prete novello non aveva alcuna inclinazione per quel genere di vita. Attratto invece dalla vita apostolica, si unì all’anziano sac. Lévêque che in Nantes dirigeva una comunità di ecclesiastici destinati alle missioni parrocchiali. Nel settembre del 1700 era dunque nella comunità di Saint-Clément a Nantes. Ma ebbe una delusione. In questa lettera espone al direttore spirituale la dolorosa esperienza dell’inattività e dello spirito borghese che vi ha trovato. Egli vuole lavorare, non poltrire. Non nasconde le esitazioni circa la propria scelta; tuttavia espone alcune aspirazioni più valide e decisive per il futuro. |
6 | Processo canonico 1551. | Il sac. Leschassier, sulpiziano. | Da Poitiers, il 4 maggio 1701. | Luigi-Maria non aveva trovato a Nantes la vita missionaria che cercava (L 5). A Fontevrault, dove si era recato per la vestizione di sua sorella Silvia, incontra Madame de Montespan: la sua attività assume improvvisamente una prospettiva nuova, l’assistenza dei poveri di Poitiers. |
7 | GRANDET, pp. 27-29. | La sorella Guyonne-]eanne (Louise). | Da Nantes (?), 1701 (?) | Alla sorella prediletta – ch’egli chiama Luisa – la quale sta per affrontare difficoltà decisive per la sua vita, Grignion da Montfort invia questa lettera che è tutto un invito a confidare in Dio e nella sua Provvidenza. |
8 | Processo canonico 1551. | Il sac. Leschassier, sulpiziano | Da Nantes, il 5 luglio 1701. | Con la notizia del primo ministero nella diocesi di Nantes, Luigi Maria sottolinea, più che la buona riuscita, la piena soddisfazione di aver realizzato un lavoro conforme alla propria tendenza. La lettera dà un nuovo elemento pratico al Leschassier, suo direttore, perché questi decida la definitiva sistemazione del giovane prete |
9 | Processo canonico 1551. | Il sac. Leschassier, sulpiziano | Da Le Pellerin, 16 settembre 1701. | Da tre mesi Montfort lavora in un ministero che lo entusiasma: apostolato missionario fra i poveri della campagna. Anche in città ha trovato da fare per gli studenti. I superiori di Saint-Clément fanno proposte vantaggiose. In questo tempo di buon lavoro il Vescovo di Poitiers lo chiama per l’Ospizio generale della città: la prospettiva di rinchiudersi non lo attrae… |
10 | Processo canonico 1551. | Il sac. Leschassier, sulpiziano | Da Poitiers, 3 novembre 1701. | Da quindici giorni il Montfort si trova a Poitiers; alloggia al Seminario minore in attesa di essere assunto ufficialmente all’Ospizio dei poveri. Studia l’ambiente e le persone; ne resta disincantato! La casa che gli si aprirà non ha né pace né pane, ed i poveri che sono al di fuori di quelle mura sono molto di più e forse più bisognosi. In vista del nuovo ministero egli programma la vita esteriore e quella interiore, chiedendo al Leschassier: «Faccio bene?». |
11 | Archivio Provinciale Monfortano di Olanda. | Il sac. Leschassier, sulpiziano | Da Poitiers, 4 luglio 1702. | Avvenimenti e sconvolgimenti hanno movimentato il primo periodo di soggiorno nell’Ospizio di Poitiers. Nonostante l’impegno e la benedizione di Dio in quel lavoro apostolico, la cattiveria e l’opposizione aumentano. Ma la fiducia in Dio e la consolazione nell’apostolato non vengono meno. |
12 | GRANDET, pp. 44-45. | La sorella Guyonne-]eanne (Louise). | Da Poitiers, ottobre 1702 | La sorella prediletta è finalmente approdata al Noviziato delle Benedettine di Rambervilliers: riandando alle pene e alle vicende dei giorni che hanno preceduto la soluzione tanto insperata, Montfort sente il bisogno di ringraziare il Signore. |
13 | GRANDET, pp. 334-335. | Una religiosa benedettina del SS. Sacramento. | Da Poitiers (?), autunno 1702 (?). | Le notizie della sofferenza portata con fiducia e merito rallegrano il cuore del Montfort, perché egli è convinto che nulla c’è al mondo di più piacevole e benefico che accettare dalle mani di Dio la croce. La sofferenza originata dalle opposizioni più amare è segno evidente dell’amore del Signore. |
14 | GRANDET, p. 336. | Una religiosa. | Provenienza e data sconosciute. | In risposta ad una domanda sul valore delle croci della vita ordinaria, Montfort ripete quanto lo Spirito Santo, con le stesse mortificazioni, suggerisce alle anime segnate dalla sofferenza. Un accenno alla propria situazione personale non lascia troppo spazio alla collocazione nel tempo: è certamente un periodo di contraddizioni e di incomprensioni per lui. |
15 | PAUVERT, pp. 157-I58. | Luisa Trichet. | Da Parigi, aprile-maggio 1703 | Rispondendo ad una lettera in cui Luisa l’assicura di pregare costantemente per lui, Montfort sottolinea che tale preghiera gli deve ottenere maggiori sofferenze, ma sostenute dalla grazia. Possedere la Sapienza è l’obiettivo più urgente. Organizza perfino un incontro di preghiera con un gruppo guidato dalla signorina Luisa Trichet. |
16 | Fonte: PAUVERT, pp, 158-159. | Luisa Trichet. | Da Parigi, 24 ottobre 1703. | La distanza ed il silenzio in cui s’è messo, non distolgono il cuore del Montfort da Poitiers, soprattutto dalla figlia spirituale che prega e si sacrifica per la realizzazione di un’opera di Dio. Il desiderio che ella prova della vita religiosa è autentico e Dio lo compirà. Luigi-Maria intanto ha ancor più bisogno di preghiere, perché le sofferenze aumentano e con esse la necessità urgente della Sapienza. |
17 | GRANDET, pp 49-50. | Suor Cateriina di San Bernardo (Guyonne-Jeanne) a Rambervilliers | Da Parigi, (?), 1703. | La sorella Guyonne-Jeanne, entrata al noviziato delle Benedettine, si è ammalata; lo scoraggiamento l’assale con previsioni sempre più nere. Luigi Maria le risponde che la malattia è uno dei mezzi più ordinari che Dio usa per purificare quelli che ama. |
18 | GRANDET, pp. 45-46. | Suor Cateriina di San Bernardo (Guyonne-Jeanne) a Rambervilliers | Da Parigi, 27 ottobre 1703 | Il noviziato sta per finire. La sorella Guyonne non sa ancora se verrà accettata alla professione. Ella vuole essere religiosa ad ogni costo. Montiort le ricorda che la vocazione è diritto esclusivo di Dio; sarebbe pericoloso voler per forza entrare in un istituto, soprattutto quando questo si regge su una regola esigente: la benedettina vive ogni giorno morendo a se stessa e al mondo. |
19 | GRANDET, pp. 46-48. | Suor Cateriina di San Bernardo (Guyonne-Jeanne) a Rambervilliers | Da Parigi, metà marzo 1704 | La professione religiosa nell’istituto delle Benedettine ha in certo qual modo delegato la sorella Guyonne-Jeanne quale vittima del santissimo Sacramento, e l’ha costituita riparatrice d’ogni mancanza e inadempienza dei ministri dell’Eucarestia. Fra questi, per diritto di sangue e di affetto, il Monfort si pone al primo posto. |
20 | GRANDET, pp. 379-381. | La madre di Luigi Maria, Jeanne Robert de la Vizeule in Grignion. | Da Poitiers, 28 agosto 1704. | Bisogna leggere questa lettera alla luce del brano evangelico di Mt 12, 46-50: «Mentre egli parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti. Ed egli rispondendo, disse: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Poi stendendo La mano verso i suoi discepoli disse: Ecco mia madre e i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». Il Montfort ha sempre preso «alla lettera» il Vangelo. |
21 | BESNARD, L. 3, p. 31. | Il Rettore di Bréal, sac. Hindré | Da Saint Lazare, 17 febbraio 1708 | Nonostante i divieti e le limitazioni di predicazione, il missionario Luigi-Maria è molto richiesto nella zona di Saint-Malo. Il parroco di Bréal, presso Montfort-la-Cane, lo invita per una tre giorni in occasione del carnevale, ma egli è troppo impegnato; si farà sostituire da fratel Maturino. |
22 | Archivi Suore Figlie della Sapienza – Saint-Laurent-sur-Sèvre. | Il sac. De la Carrière, di Pontchâteau. | Da Nantes, 29 gennaio 1711. | Nel settembre 1710 era giunto da Parigi l’ordine di demolire il Calvario monumentale progettato dal Montfort ed eretto sotto la sua guida. Ai piedi di una croce gigantesca c’erano molte statue che furono deposte e custodite in una casa del sacerdote De la Carrière. |
23 | Archivio gen. dei Padri Domenicani, Roma. | Il Padre Generale dei Domenicani. | Da Sallertaine, maggio 1712. | Dopo essersi iscritto al Terz’Ordine domenicano, chiede al Generale dei Frati Predicatori di Roma il permesso di fondare la Confraternita del Rosario nelle parrocchie in cui predica, senza dover ricorrere sempre ai Provinciali, come ha fatto finora. |
24 | GRANDET, pp. 336-337. | La sorella sr. Caterina di San Bernardo (Guyonne-Jeanne) | Dall’eremo di Saint-Eloi, La Rochelle, 1 gennaio 1713. | La bontà del Padre offre ai Grignion, sorella e fratello, motivi sempre nuovi e sempre diversi di soffrire, l’una nel segreto del monastero, l’altro davanti al mondo. Eppure ci vogliono ancora croci e la forza di portarle facilmente e contro ogni attacco mondano. |
25 | Fonte: BESNARD, Marie-Luise, L. 1, p. 58. | Maria-Luisa di Gesù. | Da Parigi, luglio-agosto 1713. | Un invito a saper attendere i momenti della Provvidenza per la prima suora della Congregazione da lui fondata. |
26 | GRANDET, pp, 337-339. | Suor Caterina di San Bernardo (Guyonne-Jeanne) a Rambervilliers. | Da Parigi, 15 agosto 1713. | La croce è sempre attuale nella vita apostolica presa sul serio. A volte tocca anche a chi collabora con Luigi-Maria. Il mondo si diverte con il missionario come ci si diverte con la palla che si lancia e rilancia con colpi secchi e sempre più violenti. La sofferenza è motivo di fecondità apostolica. L’unione tra fratello e sorella che pur si trovano agli opposti angoli della Francia, si attua soprattutto nel portare bene la propria croce. |
27 | BESNARD, Marie-Luise, L. 1, p. 68. | Suor Maria-Luisa di Gesù e suor Concezione. | Da La Rochelle, inizio 1715. | È giunto il momento di realizzare i comuni progetti: le Figlie della Sapienza stanno per avere un’istituzione propria grazie alla bontà del vescovo di La Rochelle. Si preannuncia un bene maggiore di quanto già non facciano a Poitiers. Vi saranno difficoltà da superare. In nome del vescovo, il Montfort le invita a predisporre il viaggio da Poitiers a La Rochelle. Si attende una conferma. |
28 | BESNARD, Montfort, L. 7, pp. 196-197. | Maria-Luisa di Gesù, a Poitiers[16]. | Da La Rochelle, marzo 1715. | “Il momento di dover iniziare la fondazione delle Figlie della Sapienza è finalmente arrivato!” |
29 | BESNARD, Marie-Louise, L. 2, pp, 84-85. | Suor Maria-Luisa Trichet e suor Concezione, a La Rochelle. | Da Taugon-la-Ronde, 4 aprile 1715. | Suor Maria-Luisa di Gesù e suor Concezione costituivano l’embrione di una Congregazione che doveva organizzarsi e assumere una propria forma. Il fondatore, assente da La Rochelle, risponde probabilmente a una domanda di Maria-Luisa di Gesù. In attesa di redigere il testo definitivo della Regola, egli dà alcune direttive. |
30 | BESNARD, Marie-Louise, L. 4, pp. 242-245. | Marie-Anne Régnier | Da La Rochelle, 12 agosto 1715, festa di santa Chiara. | La lettera è divisa in due parti: la prima è diretta alla giovane che non sa decidersi ad entrare nelle Figlie della Sapienza: non si deve trascurare la chiamata di Dio, soprattutto quando c’è il consenso di un vescovo. La seconda è per il padre di Marie-Anne: i figli sono dono di Dio e a Lui non si possono sottrarre quando li destina per sé… |
31 | BESNARD, Marie-Louise, L. 2, p. 101. | Suor Concezione (Caterina Brunet). | Da Fontenay-le-Comte (o da Vouvant), 24 ottobre 1715. | Alla suora che di fronte alle difficoltà dell’ambiente incomincia a scoraggiarsi fino a pensare di togliersi dall’incarico, il missionario parla di obbedienza, ma gliela chiede in forza di un superiore sentimento che lega il fondatore alla seconda Figlia della Sapienza. |
32 | BESNARD, Marie-Louise, L. 2, pp. 103-104. | La Comunità della Sapienza, a La Rochelle. | Da Saint-Pompain, 31 dicembre 1715. | Il Montfort formula alle Figlie gli auguri di Buon anno accompagnati da un libro. Oltre alla chiara volontà di lasciare alle Suore la direzione responsabile dell’Istituto, appare il Proposito di tenersele vicine per quanto riguarda la formazione spirituale. E il miglior augurio inviato è quello di maggiori sofferenze. Il libro che il Fondatore invia alle sue figlie spirituali, potrebbe essere «L’amore dell’eterna Sapienza». Esso, infatti, è una sintesi della specifica spiritualità che egli diede alla Congregazione delle Figlie della Sapienza. |
33 | Fonte: GRANDET, pp. 253-256. | Signorina Dauvaise, a Nantes | Dalla missione di Saint-Laurent-sur-Sèvre, 14 aprile 1716. | L’ampliamento dell’ospedale degli incurabili richiede un personale adatto alla sua direzione. Montfort potrebbe, a rigore, inviare due Figlie della Sapienza, ma esse dovrebbero essere coadiuvate con personale laico. Il problema sarà trattato di persona a Nantes se il vescovo lo ammetterà ancora in città. Comunque, se è opera di Dio, è meglio seguire l’indicazione della Provvidenza… |
34 | BESNARD, Marie-Louise, L. 2, pp. 106-107. | Suor Maria-Luisa di Gesù, a La Rochelle. | Da Saint-Laurent-sur-Sèvre, verso Pasqua 1716. | In questa lettera, scritta pochi giorni prima della sua morte, il Fondatore espone la caratteristica da lui voluta per la Congregazione delle Figlie della sapienza: essa sia fondata sulla sapienza del Cristo, sulla sapienza della Croce. La lettera è diretta alla più cara delle figlie spirituali e alla prima comunità della Sapienza. Quindici giorni prima della morte il Montfort constata la stabilità della fondazione dell’Istituto della Sapienza attraverso le croci sopportate e da sopportare… Assicura a tutte il suo perenne ricordo e incoraggia alla ricerca autentica della volontà di Dio. |
prossima