MARIA
DEBELLATRICE DELLE ERESIE
di P. Amadio M. Tinti O.S.M
CAPITOLO
SESTO
Maria e i Doceti
Due grandi
doni sono venuti a noi dalla Redenzione: Verità e Virtù. Pero la Divina
Provvidenza dispose che l’una e l’altra venissero provate attraverso la lotta. La
verità fu sempre osteggiata dall’errore e la virtù dalla cattiveria
umana.
Per parlare soltanto della lotta tra la verità e l’errore, possiamo dire che
la controversia, anzichè essere un danno, ha servito mirabilmente a rischiarare
la verità in sé stessa, rendere più meritoria la fede e illustrare
la Chiesa con la sap-Ienza dei santi Padri. Dalla prova, si è ottenuto che
tutte le verità fondamentali della fede sono state studiate più a fondo,
discusse e sviluppate al punto di esprimere sempre meglio i dogmi più combattuti
Purtroppo, tutti gli errori contro la fede furono sempre originati dall’orgoglio
della ragione, che non vuole accettare se non quello che essa intende, e quindi occorre
che la verità venga proposta in modo che la ragione umana non vi trovi almeno
contraddizione.
A questo gioverà sempre lo studio dei santi Padri e Dottori della Chiesa,
tanto benemeriti della Religione e della Chiesa stessa.
Uno degli argomenti usato dai Padri in difesa della verità, fu trovato nelle
particolari prerogative della Maternità Divina di Maria SS.ma. E l’argomento
fu davvero efficacissimo. Gli ebioniti, che negavano la Divinità di Gesù
Cristo, furono sconfitti dalla Verginità di Maria, che, salva la sua integrità
verginale, concepì e diede alla luce il Figlio di Dio in Lei fatto uomo.
Ora è la volta dei «Doceti», che, in contrasto con gli ebioniti,
impugnavano l’umanità di Gesù Cristo.
Il docetismo sorse verso la fine del primo secolo, e fu un aspetto della eresia di
Simon Mago, il quale, fra le tante sue mostruosità, insegnava che le sofferenze
e la morte di Gesù erano fittizie, perché non era un vero uomo.
Simon Mago venne condannato dallo stesso Apostolo S. Pietro, quando l’eresiarca gli
propose la turpe offerta per avere il potere apostolico. «Il tuo denaro perisca
con te, rispose Pietro; mentre hai giudicato che il dono di Dio si acquisti col denaro.
Tu non hai parte in queste cose, perchè il tuo cuore non è retto…,
raccomandati a Do che ti perdoni questo peccato». (Cf. At 8, 20-22).
Queste parole di S. Pietro corrisposero ad una vera scomunica…!
I Doceti, come setta, furono condannati da S. Lino Papa nel 76, dopo che i Padri
avevano smascherato l’errore con argomenti desunti dalla Divina Maternità
di Maria.
Entriamo anche noi nella questione, e troveremo, sui detti dei Padri, che pure contro
i Doceti, la Madre di Dio Maria si presenta debellatrice della eresia.
Anzitutto la parola docete è di origine greca e significa «sembrare».
Secondo i seguaci di questa setta, Gesù Cristo «sembrava» uomo,
parve nascere, vivere, patire e morire, ma era una illusione! Secondo i doceti, Gesù
non nacque dalla Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, ma da Maria e Giuseppe
come gli altri uomini. Nel momento in cui Gesù ricevette il Battesimo da Giovanni
Battista, sempre secondo i doceti, fu investito da una «virtù»
procedente da Dio. Tale virtù, chiamata Cristo, gli diede il potere taumaturgo
e io accompagnò sino al momento della passione. Allora lo abbandonò,
ed egli così potè soffrire e morire; mentre la detta «virtù»
continuò ad essere spirituale e impassibile.
Questa, in succinto, l’eresia dei doceti. Quanta acrobazia di mente per negare l’umanità
di Gesù Cristo!
Contro costoro sta il Vangelo, chiaro e persuasivo.
Quando l’Arcangelo S. Gabriele si presentò a Maria nell’Annunciazione, cosi
parlò alla Vergine: «Non temere, o Maria, poiché hai trovato
grazia presso Dio; ed ecco che tu concepirai e darai alla luce un figlio e che chiamerai
col nome Gesù; Egli sarà grande e si chiamerà Figlio dell’Altissimo»
(Lc 1, 30).
Ma che cosa significa concepire e dare alla luce un figlio se non generare, ciò
che è proprio della madre? Dalle parole dell’Arcangelo si arguisce chiaramente
che Maria non dava origine alla natura divina, che è eterna ed immutabile,
ma solo che Essa concepiva e generava un figlio con termine alla Persone stessa del
Figlio di Dio, che dal suo seno assumeva la natura umana. Questa è la conseguenza
logica della Incarnazione; e non si capisce come ne possa venire fuori una specie
di favola, come la riducono gli eretici, seguendo i miti del paganesimo.
Il martire Ignazio, discepolo di S. Giovanni Evangelista, così scrive in proposito:
«In Gesù Cristo vi è la carne e la Divinità; la carne
l’assunse da Maria, la Divinità gli veniva da Dio. Gesù Cristo è
stato portato nel seno di Maria, è realmente nato da Lei: ha mangiato, ha
bevuto, ha dormito ed ha veramente patito ed «è morto» (Ad
Polic. 3).
Appellandosi alla Maternità Divina di Maria, S. Ignazio viene a condannare
chiaramente tutti coloro che negano in Gesù Cristo la vera natura umana; ed
in pari tempo, istruisce i fedeli sulla doppia natura dei Salvatore.
Nè vale il dire, come afferma l’eresia, che ammettendo Dio fatto uomo, figlio
di donna, ne venga una degradazione della sua divina ed infinita Maestà: ciò
sarebbe vero se Dio facendosi uomo avesse cessato di essere quel Dio stesso che è
in seno al Padre. Ma resta lo stesso Dio, sempre. È vero, sì, che nel
mistero della Incarnazione si dice che Dio si è annientato ma fu un
annientamento degno di Dio, in quanto che Lui medesimo si era in precedenza scelto
la donna, e se la era preparata ricolmandola di singolari doni, elevandola a tale
grandezza da riconoscerla in quello stato d’innocenza e di giustizia originale in
cui non seppero conservarsi i nostri progenitori Adamo ed Eva. In breve Dio formò
di Maria SS.ma una creatura nuova: «il Signore crea una cosa nuova sulla terra»
(Ger 31, 22). Sappiamo tutti come la dignità del figlio, mette in evidenza
la grandezza della madre. Certo è che l’Incarnazione del Figlio di Dio fu
una vera umiliazione, ma fu soprattutto un atto di grande amore per noi. Ma di questo
gli eretici pare che non ne vogliano tener conto… !
Comunque è dottrina dei santi Padri che Maria ha composto della propria sostanza
il Verbo di Dio, in quanto uomo. Lo ha nutrito, lo ha allevato perchè fosse
vittima dei nostri peccati, tanto da poter dire: Quella carne e quel Sangue che Gesù
ha sacrificato per la Redenzione del mondo, è carne mia, è sangue mio…!
«Se alcuno, dice S. Gregorio Nazianzeno, non professa Maria Madre di Dio, questi
non riconosce la Divinità. Se alcuno, non professa che Cristo è stato
formato nel seno della Vergine in maniera divina e umana, ma dice che di altra sostanza
venne formato, e solo sia passato per Lei come per un canale, costui si tenga pari
all’ateo» (Greg. Naz. ap. Labbe).
«Se l’Incarnazione del Figlio di Dio, dice S. Cirillo Alessandrino, non è
che una figura, se la Vergine non ha veramente partorito Dio, il Verbo stesso disceso
dal Padre, non ha dunque assunto il seme di Abramo, non si è dunque fatto
simile a noi; e così tutto ciò che costituisce la causa della nostra
salute, si riduce a nulla, dal momento che si ripudia la Maternità Divina.
Ammesso questo errore, tutta la nostra fede svanisce, cadono la croce, la salute
e la vita del mondo, e con essi, cade la fiducia del genere umano» (Conc.
Efes).
I doceti, come conseguenza dei loro errori, negavano la reale presenza di Gesù
nella Eucaristia, sempre per il loro principio che la carne di Cristo era fittizia.
In apposizione a questi eretici, ecco quello che scrive S. Ignazio, del primo secolo:
«Essi (i doceti) si astengono dalla Eucaristia, perchè non riconoscono
con noi che l’Eucaristia è la carne di Nostro Signore, Gesù Cristo;
quella carne che ha patito per i nostri peccati, e che il Padre ha risuscitato nella
sua misericordia» (ad Smir).
Così la Chiesa stabilì che il Sacerdote, porgendo la SS.ma Comunione,
dicesse: «Corpus Christi» ed il fedele rispondesse: «Amen»
(S. Ambros. de Sacram).
Carne dunque reale nella Eucaristia, come in Maria SS.ma, secondo la dottrina apostolica,
e astenersene dal riceverla, voleva dire negare per principio la realtà della
Maternità Divina di Maria Vergine, fondamento di tutte le altre verità
(A. Nicolas).
Sia dunque gloria alla Beatissima Vergine Maria, mentre per Lei gli Apostoli hanno
portato il suo Gesù alle genti che sedevano nell’ombra di morte, e lo hanno
dato in cibo alle anime…!
Testo tratto
da: P. Amadio Tinti O.S.M., Maria debellatrice delle eresie, Pistoia 1960,
pp. 29-33.