PRATICA
DELL’ESAME DI COSCIENZA
Sono
stata buona, oggi? Il Signore è contento di me?… E gli Angeli, mi voleranno
intorno?
(S.Teresina all’età di quattro anni, tutte le sere rivolgeva alla sorella
Paolina questa domanda)
II. ITINERARI DI ESAME PARTICOLARE SUGLI OSTACOLI DA SUPERARE
20 – TIEPIDEZZA,
MEDIOCRITÀ SPIRITUALE, RILASSAMENTO
- La tiepidezza
è, essenzialmente, un raffreddamento dell’amor divino, che si rivela con la
trascuratezza dei propri doveri, specialmente religiosi, e con la facilità
a commettere peccali veniali.
- È
un male comune, assai nocivo all’anima, e difficile a guarire.
- Per
liberarsene, occorre vivificare la fede nelle verità eterne, tornare con fervore
agli Esercizi, spirituali; e soprattutto pregare molto e bene.
- Alcuni
ragionano in modo strano: Ormai ho cominciato cosi: ora è tardi…, non
vale la pena di mettermi sul serio a rifarmi una vita spirituale…
- Innanzi
tutto non è mai tardi per darsi a Dio di tutto cuore; gli operai dell’undicesima
ora sono stati accetti a Dio, e da Lui rimunerati con impensabile generosità….
- E poi
c’è da chiedersi: Quante volte si vive quaggiù? Nasceremo, forse,
di nuovo, per ricominciare una vita più fervente?…
- Piuttosto:
il pensiero di aver perduto tempo deve suscitare il desiderio di riguadagnarlo: Non
voler, fratello mio, perdere la fiducia di progredire nella virtù; tu ne hai
ancora il tempo: e questo è il momento! (1).
- Lo Spirito
Santo fa ammonire l’angelo della chiesa di Laodicea: Io conosco le opere tue,
che non sei né freddo, né fervente. Oh, fossi tu freddo, oppure fervente!
Ma, poiché sei tiepido, sto per vomitarti dalla mia bocca (2).
- E l’angelo
della chiesa di Efeso; Ho contro di te che hai abbandonata la tua prima carità.
Ricordati da dove sei caduto, e ravvediti e fa le opere di prima. Se no, verrò
da te, e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto (3).
- Quando
l’anima esce dall’assopimento della tiepidezza, freme d’orrore alla vista delle pretese
colpe leggere, che ora le appaiono, come delitti (4),
- Se
tu cominci a intiepidirti, comincerai a star male; ma, se ti darai al fervore, troverai
gran pace, e più lieve ti, parrà la fatica, mediante la grazia di Dio
e l’amore della virtù (5).
I
ESERCIZIO
1. Ho
omesso o abbreviato qualche Esercizio spirituale di Regola?
2. Sono stato poco edificante nel contegno, nelle parole, o con ricercatezze mondane?
3. Quante volte mi sono oggi, mortificato nel bere o nel mangiare? (Occasioni mancate).
4. Dopo una mancanza, mi sono umiliato, riprendendomi con nuovo vigore, più
fiducioso in Dio?
5. Quante volte mi sono offerto a Dio come vittima, per espiare i peccati della mia
vita passata? (Minimo di volte, da stabilire).
II
ESERCIZIO
1. Quante
azioni, di quelle fissate da me, non ho offerto oggi a Dio?
2. Dopo quante azioni, già determinale, non mi sono esaminato sul come le
ho fatte?
3. Mi trovo in non buone relazioni coi Superiori o con qualche Confratello? – Quante
volte, nelle contrarietà odierne, ho piegato con amore la mia volontà
a quella di Dio? (Vittorie riportate).
4. Quante volte ho riflettuto, oggi, sulla minaccia di Geremia: «Guai a chi
fa l’opera di Dio con negligenza»? (Ger 48, 10).
III
ESERCIZIO
1. Ho
preparata l’anima mia alle singole preghiere di oggi? (Vittorie).
2. Ho saputo sopportare tutte le pene di oggi, senza lamentarmi? (Vittorie).
3. Quante azioni ho fatte oggi, nel modo più perfetto che mi era possibile?
(Vittorie).
4. Ho seguito, oggi, coraggiosamente le ispirazioni del Signore?
5. Quante volte ho ripetuto, sotto forma di giaculatoria, che sono tutto di Dio,
che non voglio vivere e operare che per Lui?
ASPIRAZIONI
O Cuore
amorosissimo di Gesù, io pongo tutta la mia fiducia in Voi, perché
tutto temo dalla mia debolezza, ma tutto spero dalla vostra bontà (300 g.).
O Amor qui semper ardes et nunquam extingueris! Charitas Deus meus, accende me! ó
O Amore che sempre ardi e mai ti consumi! Carità del mio Dio, accendi anche
me! (S. Agostino).
Cor Jesu, flagrans amore nostri, infiamma cor nostrum amore tui! (500 g.).
Inclina, Domine, aurem tuam, et exaudi, me: quoniam inops et pauper sum ego: Chinate,
o Signore, il vostro orecchio e ascoltatemi, perché misero e povero io sono!
(Ps., 85, 1).
Vengo a Voi, o Signore, come infermo al Salvatore…desolato, al mio pietoso Consolatore!
(4 Imit,, 2, 1).
NOTE
(1) I
Imit. 22, 4.
(2) Ap 3, 15-16.
(3) Ap 2, 4-5.
(4) Isidor. l. 2 Sentent., c. 1O.
(5) I Imit. 25, 11.
PREGHIERA
PER USCIRE DALLO STATO DI TIEPIDEZZA
(S. ALFONSO)
Mio Dio,
riconosco sinceramente che una vita piena di negligenze come la mia, non può
piacervi. Veggo bene che sono proprio io, con la mia tiepidezza, a chiudere la porta
delle grazie che vorreste farmi.
Signore, non mi abbandonate ancora; continuate a usarmi la vostra misericordia, perché
io voglio sorgere da questo stato miserabile.
Sì, da ora innanzi, o mio Dio, sarò più premuroso nel domare
le mie passioni e nel correggere i miei difetti (specialmente…); seguirò
più docilmente le vostre ispirazioni; sarò più sollecito nell’adempiere
i miei doveri religiosi e professionali. In una parola, mi propongo di mettere tutta
la buona, volontà per contentarvi, e per eseguire coraggiosamente quanto è
dì maggiore gradimento alla vostra divina Maestà.
O Gesù, Voi siete stato tanto prodigo di benefizi con me, fino a dare il vostro
sangue e la vostra vita per salvarmi; non è conveniente che io continui a
essere tanto avaro con Voi. Voi meritate tutto l’onore, tutto l’amore e tutti i sacrifizi
da parte mia; ma, mio divino Redentore, voi ben conoscete la mia fiacchezza. Datemi
la vostra mano onnipotente, che mi aiuti a sorgere davvero dalla mia tiepidezza,
e mi sostenga validamente, lungo il cammino della virtù e della perfezione.
O Maria, Vergine Immacolata, per l’amore che nutrite a Gesù e a me, aiutatemi
a vincere me stesso, a perseverare negli sforzi generosi, e a diventare santo!
Così sia!
AVVERTENZE
Sull’uso sistematico degli Itinerari di Esame particolare
1.
È necessario fermarsi sopra una serie di «manifestazioni» il tempo
conveniente a riportare una vittoria pressoché completa.
È evidente che le conquiste fatte sopra un «esercizio», fanno
risentire la loro benefica influenza sopra gli altri; per la ragione contraria, il
percorrere affrettatamente i vari «esercizi» senza esaurirli a fondo,
compromette il frutto su tutto il soggetto; perché non offrendo più
intime soddisfazioni, rende svogliati nella prosecuzione degli sforzi, ed è
la causa più ordinaria, per cui si abbandona il lavoro già coraggiosamente
iniziato.
Perciò, se una settimana non è stata sufficiente a esaurire i «punti»
presi in esame, si continui pure per altri giorni o per altre settimane.
2. Ogni tanto, però, si può interrompere il soggetto ordinario
per combattere un difetto esterno riapparso, come la loquacità, la immodestia,
l’impazienza, la trascuratezza, la vanità…; però è opportuno
che presto si riprenda il lavoro principale.
3. Nell’esame particolare bisogna essere attivi, infaticabili; cominciare
e ricominciare ogni volta che occorra. E quando si vede che in un «soggetto»
la buona volontà comincia a illanguidirsi, lo si deve riprendere con nuovo
slancio, o cambiare, o almeno variare le manifestazioni da controllare, il modo di
computare le mancanze, di sanzionarle, ecc.
4. Ognuno, dopo aver utilizzato gli «itinerari» qui elencati,
può ampliarli, compilando da sé i «punti» che meglio rispondono
alle proprie esigenze; in tal modo si evita la monotonia dei procedimenti, e, insieme,
la dispersione degli sforzi.