«PICCOLO
CATECHISMO DELLA VITA D’ORAZIONE»
di P. Gabriele di S.M.Maddalena O.C.D.
INDICE
PREFAZIONE
L’orazione nella vita contemplativa |
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Il metodo dell’orazione mentale |
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Preparazione e lettura |
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La meditazione e il colloquio |
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Le difficoltà dell’orazione |
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La presenza di Dio |
PREFAZIONE
Questo
“piccolo catechismo”, pubblicato in un primo tempo sulla rivista Vita Carmelitana,
fu accolto con vera gioia dalle anime pie che vi trovarono luce e conforto. E non
poteva essere diversamente, poiché contiene la sostanza degli insegnamenti
con i quali, da circa quattro secoli, la Riforma teresiana dell’Ordine Carmelitano
ammaestra le -anime nella vita di orazione. Sono gli insegnamenti di santa Teresa
di Gesù e di san Giovanni della Croce, raccolti e sviluppati dai loro figli
ed arricchiti da lunga e diuturna esperienza, i quali, rimasti finora quasi del tutto
nascosti tra le mura del chiostro, vengono messi in queste pagine alla portata di
tutte le anime pie. Questo “piccolo catechismo” infatti è una divulgazione
dell’idea e del metodo teresiano di orazione mentale, idea e metodo troppo sconosciuti
e dei quali tuttavia si è potuto constatare tante volte il benefico influsso.
Più volte i lettori di Vita Carmelitana esposero il desiderio di vedere raccolte
in un libriccino le lezioni pubblicate nella Rivista; per soddisfare questo desiderio
abbiamo preparato la presente edizione.
Abbiamo creduto opportuno introdurre nel testo delle lezioni alcune leggere modifiche
che lo rendono più adatto alle condizioni delle persone pie che vivono nel
secolo, ma non è stato cambiato nulla che riguardi la sostanza.
Voglia la santa Madre Teresa dì Gesù, la grande Maestra della vita
di orazione, ottenere l’abbondanza delle benedizioni celesti a tutti coloro che leggeranno
quest’opuscolo che si propone di nutrire le anime “col pane della sua celeste
dottrina”. (Orazione liturgica della Santa).
L’Autore
Roma, 2 febbraio 1943.
CAPITOLO
I
L’ORAZIONE NELLA VITA CONTEMPLATIVA
1.
Che cosa è la vita cristiana?
La vita cristiana è la vita umana vissuta in conformità agli insegnamenti
di N.S. Gesù Cristo, secondo i quali dobbiamo ordinare tutte le nostre azioni
a gloria di Dio, amandolo ed osservando le sue sante leggi. L’anima cristiana vive
quindi “per Iddio”.
2. Che cosa è la vita contemplativa?
La vita contemplativa è una forma di vita cristiana in cui si intende
vivere non solamente “per Iddio”, ma anche “con Dio”. Non è
riservata al religiosi, ma può essere vissuta benissimo anche nel secolo.
Essa si concentra tutta nella ricerca dell’intimità divina e moltiplica perciò,
durante il giorno, i così detti “esercizi spirituali”. Questi sono
specialmente esercizi di orazione, i quali devono essere accompagnati da esercizi
di mortificazione, perché, dice santa Teresa di Gesù, grande Maestra
della vita contemplativa, “orazione e comodità non vanno d’accordo”.
3. Quale è il posto dell’orazione nella vita contemplativa?
Nella vita contemplativa l’orazione occupa il primo posto e, praticamente, la
vita contemplativa è vita di orazione. Perciò gli Ordini contemplativi
consacrano, molto tempo alla preghiera. Nella Regola del Carmelo, Ordine eminentemente
contemplativo, il precetto centrale è quello dell’orazione continua: “Stia
ognuno nella propria cella, meditando dì e notte nella legge del Signore e
vegliando in orazione”. Infatti i religiosi carmelitani hanno molti esercizi
di orazione: due volte al giorno praticano l’orazione mentale, assistono alla Santa
Messa, recitano l’Ufficio divino, attendono alla presenza di Dio durante il giorno,
senza parlare degli esercizi personali di devozione.
4. Che cosa è l’orazione?
L’orazione è una conversazione con Dio, in cui noi Gli manifestiamo i
desideri del nostro cuore. L’orazione può essere vocale o mentale.
5. Che cosa è l’orazione vocale?
L’orazione vocale è quella in cui noi recitiamo una formula che esprime
i nostri desideri; come, per esempio, il Pater noster insegnatoci da Gesù
nel quale noi facciamo a Dio sette domande. Noi recitiamo questa formula con l’intenzione
di onorare Dio. Spesse volte non pensiamo particolarmente al senso delle parole che
pronunciamo, ma questo non impedisce che la nostra sia orazione, purché la
mente rimanga rivolta al Signore col desiderio di onorarlo. Con simile desiderio
di render loro onore, l’orazione si può fare anche ai Santi.
6. Che cosa è l’orazione mentale?
Questa consiste nel parlare a Dio “col cuore”, non più con formule
preparate o imparate a memoria, ma in modo spontaneo.
7. Che cosa diciamo a Dio nell’orazione mentale?
Anche in questa forma di orazione possiamo manifestare a Dio tutti i desideri
che abbiamo in cuore; però, secondo gli insegnamenti di santa Teresa di Gesù,
un’anima contemplativa preferirà dirgli che Lo ama, o che, almeno, desidera
amarlo.
8. Perché parlare specialmente di amore con Dio?
Perché l’amore è la sostanza della vita contemplativa. Secondo
santa Teresa le anime contemplative devono divenire grandi amiche, amiche intime
del Signore; e l’amore, appunto, fa fiorire l’amicizia e introduce nell’intimità.
Inoltre, santa Teresa vuole che, andando all’orazione, siamo convinti che Iddio ci
invita ad amarlo, e che noi andiamo a rispondere al suo invito.
9. Bisogna anche “pensare” nell’orazione?
Non è possibile amare senza avere qualche pensiero sull’oggetto amato.
Per amare Dio, bisogna pensare a Lui. Tuttavia il pensiero di Dio potrà variare
molto, secondo i casi. Sarà una riflessione alquanto prolungata sull’amore
di Dio per noi. ma potrà essere anche un semplice ricordo dell’amabilità
del Signore e della sua bontà. Quindi, nell’orazione pensiamo soltanto per
amare, per nutrire l’amore. Santa Teresa infatti dice che l’orazione consiste “non
nel molto pensare, ma nel molto amare”.
10. Che cosa è l’amore?
Vi è l’amore sensibile e vi è l’amore di volontà.
L’amore sensibile consiste in un sentimento che ci porta affettuosamente verso una
persona e ci fa provare piacere alla sua presenza o al ricordo di lei.
L’amore di volontà consiste nel “voler bene” ad una persona, per
libera scelta e determinazione della nostra volontà. Quando poi quest’amore
prende tutta l’anima, allora si vuole appartenere alla persona amata e consacrare
deliberatamente a lei tutta la propria vita.
11. Quale è il vero amore in una persona umana?
L’amore di volontà; perché la volontà è quanto in
noi vi è di più personale. Nella volontà risiede la nostra libertà,
e con questa appunto noi ci diamo a Dio. Per questo Iddio chiede all’uomo proprio
il “dono della sua volontà”. In questo dono totale consiste la piena
consacrazione dell’uomo a Dio.
L’amore sensibile è un complemento di importanza molto secondaria. Non dipende,
del resto, da noi provarlo, mentre dipende da noi amare con la volontà.
12. Perchè desideriamo naturalmente l’arnore sensibile?
Lo desideriamo per la sua dolcezza e perché ci apporta conforto e consolazione.
Ma appunto perché spesso, nell’amore sensibile, cerchiamo noi stessi, mentre
con l’amore di volontà cerchiamo Dio, Egli sovente sopprime in noi l’amore
sensibile, per farei camminare più decisamente con la sola volontà.
13. Di quale amore dobbiamo amare Iddio nell’orazione?
Certamente d’un amore di volontà, essendo questo più importante.
Se l’amore sensibile, vi si aggiunge, invece di cercarvi il nostro compiacimento,
profitteremo del suo aiuto per rafforzare la nostra volontà nel darci a Dio.
Mancando l’amore sensibile proseguiremo con la sola volontà.
14. Come potrò occuparmi per un’ora intera di questa conversazione amorosa
col Signore?
Al principio della vita di orazione, molte anime vi incontrano grandi difficoltà
e provano noia oppure sentono di dissiparsi. Bisogna quindi sapere che il “far
orazione” è cosa che “si impara”. Appunto per insegnare questo,
i teologi carmelitani, dediti allo studio della vita di orazione, hanno costruito
il loro “metodo di orazione mentale”.