Chiesa Cattolica nella
SS. EUCARISTIA
di
P. J. Collantes S.J.
L’eucaristia,
secondo la definizione del Vaticano II, è «fonte e apice di tutta la
vita cristiana»[1].
a) È la
fonte, perché da essa sgorga tutta la vita della Chiesa. In tutti i sacramenti,
nelle strutture esterne del magistero e del governo della Chiesa, nelle ispirazioni
interiori della grazia agisce la salvezza di Cristo; ma qui c’è lo stesso
Signore, l’umanità e la divinità di Cristo, unico mediatore tra Dio
e gli uomini (cf 1 Tm 2, 5), nel cui nome soltanto possiamo essere salvi (cf At 4,12).
La presenza dinamica di Gesù negli altri sacramenti è transitoria;
qui è permanente, reale e sostanziale. Giustamente S. Tommaso osserva che
la grazia attiva dell’eucaristia ci consente di ricevere con frutto gli altri sacramenti[2]. Ancor più incisivamente
il catechismo tridentino specifica: «L’eucaristia è la sorgente, gli
altri sacramenti sono i ruscelli; dalla fonte scorre tutta la potenza e la perfezione
degli altri sacri riti»[3]. Tutta l’esistenza cristiana
è sorretta dall’eucaristia; per dirla con Leone XIII, da qualsiasi parte la
si contempli essa è il centro intorno al quale gravita la vita cristiana,
ed è ben comprensibile, quando si pensa che è il sacramento della presenza
reale del Signore. Non solo si infonde la grazia, come negli altri sei, ma si comunica
l’autore della grazia.È anche fonte sotto un altro aspetto, perché
è il memoriale che rinnova sacramentalmente e perpetua il sacrificio redentore
di Cristo, che vi si offre continuamente al Padre per la vita degli uomini; i fedeli,
lavati nel battesimo e sigillati nella confermazione, si offrono con lui al Padre,
riscattati nel contempo dal suo sangue e fatti mediatori e sacerdoti per la salvezza
del mondo.
b) E l’apice,
perché «è come la consumazione della vita spirituale e il fine
di tutti i sacramenti… e nel battesimo i figli vengono abilitati dalla Chiesa a
partecipare all’eucaristia»[4]. Se il battesimo è
il sacramento della rigenerazione, l’eucaristia è quello della perfetta assimilazione
a Cristo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in
lui. Come … io vivo per il Padre, cosi anche colui che mangia di me vivrà
per me» (Gv 6, 56-57).
Ma poiché
l’apice della vita cristiana consiste nella piena identificazione con Cristo, l’eucaristia
è il sacramento della compagine dei corpo mistico, la Chiesa: «Poiché
c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti
partecipiamo dell’unico pane» (1 Cor 10, 17). Sappiamo che il battesimo ci
unisce già a Cristo, ma S. Tommaso spiega che questo avviene perché
il battesimo è ordinato all’eucaristia e ne produce gli effetti perché
essa vi è contenuta in votis[5]. «Ecco» scrive
Ilario di Poitiers «perché qui siamo tutti uno: il Padre è in
Cristo e Cristo in noi… Egli vive del Padre, e il modo col quale egli vive nel
Padre è lo stesso con cui noi viviamo in lui»[6]: una medesima vita, quella del capo in
tutte le sue membra, è quella che ne fa una cosa sola, la Chiesa corpo di
Cristo. Il mistero dell’eucaristia coincide dunque con quello della Chiesa, come
predicava Agostino in un celebre sermone: «Poiché voi siete il corpo
di Cristo e sue membra, è il vostro mistero che vedete sulla mensa del Signore;
è il vostro mistero che ricevete, e lo riconoscete quando rispondete: «Amen!»
Vi vien detto: Il corpo di Cristo, e voi rispondete: «Amen!»,
e la vostra risposta è come una firma. Siate dunque veramente membra del corpo
di Cristo, perché sia vero il vostro amen»[7].Come vertice della vita cristiana, l’eucaristia
è il mistero della nostra fede: «Io sono il pane disceso dal cielo…
chi crede in me ha la vita eterna» (Gv 6,41.47). La fede che Gesù esige
dai suoi discepoli è assoluta, fino al punto di credere che questo Gesù
di Nazaret, la cui umana ascendenza essi conoscono appieno, possa imprimere al suo
corpo tali proprietà di sottigliezza, agilità, maneggevolezza che lo
liberino dallo spazio e di più lo rendano principio della vita unitaria del
mondo. I primi contestatori razionalisti furono proprio i cafarnaiti, ma la Chiesa
intera nell’eucaristia proclama il mistero totale di Cristo, Dio e uomo, venuto a
donare Il suo corpo per la vita del mondo (cf Gv 6,51). Ecco perché l’eucaristia
è il sommo sacramento della fede.Presenza reale, banchetto eucaristico, rinnovamento
del sacrificio della croce, mistero di unità e di fede: la realtà del
sacramento è quella del corpo risorto e glorioso di Cristo, ma rimangono le
specie del pane e del vino, come segno del corpo e del sangue del Signore, offerto
al Padre mediante il mistero della Chiesa. A sua volta, il corpo vivo offerto sull’altare
è il tipo di tutta la Chiesa che viene oblata con lui e deve a lui assimilarsi
ogni giorno più, in una perenne transustanziazione individuale e collettiva.
Veramente dunque l’eucaristia è la fonte e l’apice della vita cristiana.
NOTE
[1] Lumen Gentium,
II, 11.
[2] S. Tommaso d’Aquino, Somma
theologiae III q 79 a 1 ad 1
[3] Catechismo Tridentino,
2, 4, 228.
[4] S. Tommaso d’Aquino, Somma
theologiae III q 73 a 3.
[5] Id., ibid.
[6] Ilario di Poitiers, De
Trinitate 8,13: PL 10, 246.
[7] S. Agostino, Sermo
272: PL 38, 1247; Cf Id., Sermo 234, 2; PL 38, 1116.
testo tratto
da: J. COLLANTES a c. di, La fede della Chiesa cattolica. Le idee e gli uomini
nei documenti del Magistero, Città del Vaticano 1993, pp. 737-739.