Le numerose apparizioni di Gesù
risorto provano la Resurrezione
Gesù, dopo la sua resurrezione, era apparso
molte volte: negli anni successivi, i numerosi testimoni di queste apparizioni, erano
rismasti in vita e la loro testimonianza, verficabile e credibile, rafforzava la
fede dei primi cristiani.
Esaminiamo, a questo proposito, 1 Cor 15, 1-28:
[1] Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho
annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, [2] e dal quale anche
ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziato.
Altrimenti, avreste creduto invano!
[3] Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che
anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo
le Scritture, [4] fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,
[5] e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. [6] In seguito apparve
a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi
vive ancora, mentre alcuni sono morti. [7] Inoltre apparve a Giacomo, e quindi
a tutti gli apostoli. [8] Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.
[9] Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato
apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. [10] Per grazia di Dio
però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana;
anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio
che è con me. [11] Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così
avete creduto.
Ad una prima occhiata, potrebbe sembrare che S.
Paolo si preoccupi della fede nella Resurrezione di Gesù a Corinto, che volesse
rafforzare questo punto della fede: ma i vv. successivi ci indicano che il dubbio
di alcuni Corinti è un altro; si tratta della resurrezione dei morti:
[12] Ora, se si predica che Cristo è risuscitato
dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione
dei morti?
Il v. 12b, evidenziato in grassetto, rivela chiaramente
il dubbio di alcuni (quindi non di tutti) Corinti.
Tutta l’argomentazione paolina successiva tende
a dare una vera e proria dimostrazione teologica del fatto che i morti risorgono.
Notiamo bene che la resurrezione dei morti è uno degli articoli della nostra
fede esistenzialmente più difficile a credersi. Quando ci troviamo
davanti ad un cadavere, con i tragici resti di una malattia o di un incidente, bisogna
proprio farsi forza per credere che i nostri defunti risorgeranno!
Detto questo, precisiamo ancora che, per sciogliere
un dubbio, è necessario fondare il nostro ragionamento su delle certezze:
non possiamo fondarci su un altro dubbio. E qual è la certezza su cui S. Paolo
si appoggia per dimostrare che i morti risorgono? Vediamo che l’apostolo parte da
due certezze; la prima e’ un fatto storico; la seconda un principio teologico.
Il fatto storico e’ la resurrezione di Cristo, il principio
teologico è che Cristo è la primizia di coloro che risorgono,
cioè il primo di una serie.
Esaminiamo dunque ora lo sviluppo dell’argomentazione
paolina: i morti risorgono perché
1) Cristo è veramente risorto – la Resurrezione
di Gesù
2) Cristo è primizia di coloro che sono
morti (il primo frutto di un intero raccolto)
Se Cristo è veramente risorto – la Resurrezione
di Gesù e Cristo non risorge solo per conto suo, ma è il primo di una
serie, allora tutti i morti risorgono.
Fatte queste premesse, possiamo ora leggere il seguito
di 1 Cor 15: dal v 13 al 18 vediamo l’insistenza sul primo argomento (Cristo è
veramente risorto – la Resurrezione di Gesù)
[13] Se non esiste risurrezione dai morti, neanche
Cristo è risuscitato! [14] Ma se Cristo non è risuscitato, allora è
vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. [15] Noi, poi,
risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato
che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che
i morti non risorgono. [16] Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è
veramente risorto – la Resurrezione di Gesù; [17] ma se Cristo non è
risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. [18]
E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. [19] Se poi noi abbiamo avuto
speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti
gli uomini.
A partire dal v. 20 troviamo il secondo argomento
(Cristo primizia)
[20] Ora, invece, Cristo è risuscitato dai
morti, primizia di coloro che sono morti. [21] Poiché se a causa di un uomo
venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti;
[22] e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.
[23] Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia;
poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; [24] poi sarà la fine, quando
egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato
e ogni potestà e potenza. [25] Bisogna infatti che egli regni finché
non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. [26] L’ultimo nemico ad essere
annientato sarà la morte, [27] perché ogni cosa ha posto sotto i suoi
piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è
chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. [28] E quando
tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso
a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
La teologia paolina sull’unità del genere
umano in Adamo e sulla nuova unità in Cristo ci interessa meno, in vista del
fine di questo scritto, che è quello di constatare che a Corinto, per provare
teologicamente la resurrezione dei morti, viene presentato il fatto della resurrezione
di Gesù, un fatto certo, accreditato da molte testimonianze, a più
riprese, verificabili, credibili, autorevoli. Per provare il più incredibile
dei misteri (la resurrezione dei morti) non può essere portato un argomento
dubbio, o un mito; ci vuole una prova certa.
Capiamo allora come l’insistenza sulla parola apparve
(4 volte) dei primi versetti serve a rafforzare la credibilità dell’argomento
decisivo.
Conclusioni
Siccome per provare la resurrezione dei morti è
necessaria una prova certissima, e, per questo scopo, S.Paolo usa come argomento
la resurrezione di Gesù, se ne conclude che a Corinto, circa 20 anni dopo
la Resurrezione di Gesù, tutti erano sicuri che questa fosse storicamente
accaduta.
Perché tutti (anche alcuni che
non credevano nella resurrezione dei morti) ne erano così sicuri?
Perché erano ancora vivi e rintracciabili
i testimoni: alcuni Apostoli e più di cinquecento fratelli a cui
Gesù era apparso in una sola volta.
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