«La
nascita verginale del Messia»
di
Don Alfredo Morselli
Che cosa crediamo a proposito della Verginità di Maria durante il parto?
Catechismo
della Chiesa Cattolica, § 499:
L’approfondimento
della fede nella maternità verginale ha condotto la Chiesa a confessare la
verginità reale e perpetua di Maria150: anche nel parto
del Figlio di Dio fatto uomo151 . Infatti la
nascita di Cristo «non ha diminuito la sua verginale integrità, ma l’ha
consacrata»152. La Liturgia
della Chiesa celebra Maria come la «Aeiparthenos », «sempre Vergine»153.
Verginità
REALE: quindi non solo un vago simbolo, un mito, un’espressione della fede dei
primi cristiani, ma UN FATTO REALE, comprendente quindi anche la sfera fisica e biologica.
Alcuni
sostengono: la rivelazione non fornisce nessun dato biologico, ma solo verità
salutari:
R: ci
sono verità salutari che implicano, pur indirettamente, anche dati biologici;
es.: il Verbo si e’ fatto carne: questa affermazione direttamente non
dice niente di biologico: tuttavia, per salvare questa affermazione,
devo necessariamente ammettere che le cellule della Carne del Verbo sono uguali alle
nostre (altrimenti salterebbe tutto il dogma dell’Incarnazione, perché significherebbe
che Cristo non ha assunto una natura veramente umana). Analogamente a quanto sopra,
il dogma della Verginità perpetua di Maria implica necessariamente anche un
aspetto fisico e biologico: molto bene spiega S.AGOSTINO:
«Se
con la nascita di Gesù Cristo si corrompesse l’integrità della madre,
Egli non nascerebbe più da una Vergine e quindi tutta la Chiesa falsamente,
che Dio lo impedisca, professerebbe che Egli sia nato dalla Vergine Maria»1
Che dire
a proposito della Verginità di Maria durante il parto?
«Se
in Maria loderò la verginità, molte altre anime di vergini sembra che
mi si presentino dopo di Lei. Se ne esalterò l’umiltà, si troveranno,
sia pure pochi, di quelli che, fedeli all’insegnamento del Figlio divino, si sono
fatti miti ed umili di cuore. Se poi vorrò magnificare le sue tante misericordie,
vi sono pure uomini ed anche donne che si sono distinti per misericordia. Vi è
però una cosa del tutto singolare, in cui Maria non ha avuto né prima
né dopo di se l’eguale, ed è la prerogativa della maternità
verginale, onde Essa ha unito le gioie della maternità all’onore della verginità…
Privilegio del tutto singolare e, per di più, ineffabile, perché non
solo non potrà essere conseguito ma neppure illustrato adeguatamente da nessuno»
2
Diciamo
solo un’infinitesima parte di quello che si potrebbe dire… non solo De
Maria numquam satis Di Maria non se ne può mai dire abbastanza,
o non la si potrà mai lodare ed amare abbastanza, ma anche di ogni
mistero concernente la sua persona numquam satis
Vorrei
qui rispondere ad un’obiezione di alcuni, secondo la quale non ci sarebbe traccia
di questa verità nella S.Scrittura. Al che si risponde:
A) Anche
se fosse vero che nella Scrittura non fosse dichiarata esplicitamente la Verginità
di Maria durante il parto (ammesso e non concesso), poco importa a un buon cattolico
che crede che lo stesso Spirito Santo, autore della Scrittura, ha assistito e guidato
la Chiesa nella sua riflessione su Maria: quindi o in modo o in un altro, e’ sempre
lo Spirito Santo che parla. Ancora noi crediamo che la Rivelazione non e’ un incontro
con un libro, ma con una Persona: gli Apostoli trasmisero… ciò che
avevano ricevuto… dal vivere insieme a Cristo (Dei Verbum 7; cf. Catechismo
della Chiesa Cattolica, 76)
B) Della
Verginità nel parto se ne parla nella Bibbia almeno in tre punti, a livello
di senso letterale:
(NB:
qui si tratta di opinioni di S.Padri e di studiosi: il dogma della perpetua verginità
di Maria gode di infallibilità assoluta: invece, le opinioni seguenti non
sono infallibili; sono tentativi di spiegare come la Madonna sia sempre Vergine;
ci mostrano tuttavia che quello che la Chiesa ci propone a credere è verosimile
e credibile)
1)
Is 7,14
Pertanto
il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà
un figlio, che chiamerà Emanuele. Se facciamo una parafrasi più
letterale di questo testo dovremmo tradurre:
Ecco
la vergine, donna incinta e partoriente un figlio; (lo) chiamerà poi Emanuele.
L’espressione
Ecco la vergine, donna incinta e partoriente e’ un tutt’uno, un fatto
unico che il profeta vede in modo soprannaturale
Gli studi
sulla sintassi ebraica3 confermano questa
interpretazione, che risale almeno a S.AMBROGIO: «Questa è la vergine,
che concepì nel seno, la vergine che partorì il Figlio (Is 7,14). Infatti,
non disse solo che la Vergine avrebbe concepito, ma anche che la Vergine avrebbe
partorito»4. E si diffonde
nel descrivere il miracolo del parto verginale, incorrotto5.
2)
Lc 1,35
[35]Le
rispose l’angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà
la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque
santo e chiamato Figlio di Dio. La nuova versione della Bibbia della CEI ritraduce
più esattamente la seconda parte del versetto:
perciò
Colui che nascerà santo sarà dunque chiamato Figlio di Dio
Cosa
significa nascerà santo? Per capire questa espressione bisogna
tenere conto del libro del Levitico, in particolare i capp. 17-26, che sono chiamati
codice di santità, dove sono date delle norme igieniche, riguardanti la vita
sessuale, l’alimentazione, il comportamento da tenersi nel corso di particolari malattie
etc.
Questa
purezza esterna viene, in tutto il libro del Levitico, sempre fortemente correlata
con i termini santo e santità, perché essa
doveva essere segno della santità spirituale di Israele e della Santità
di Dio. (siate santi perché io sono santo)6. Poiché dunque
con il termine santo e santità si intende anche una
purezza da ogni contaminazione esterna -sebbene segno di una santità interiore-,
nascita santa significa dunque una nascita incontaminata, priva da
tutti quei traumi che caratterizzano un parto normale, per cui la donna che aveva
partorito avrebbe dovuto sottoporsi a particolari purificazioni.7
3)
Gv 1,13
C.E.I. [Gv 1,12]A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli [13]i quali non da sangue,
[14]E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo | DE LA POTTERIE [12]Ma a tutti quelli l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: [13]Egli che non è nato da sangui,
[14]Sì, il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi |
Il P
I. DE LA POTTERIE traduce il prologo in maniera sensibilmente differente, rispetto
all Bibbia della CEI in due punti:
1)
da sangui invece che da sangue: in effetti, il testo greco è al
plurale: nella bibbia ebraica, sangui al plurale significa sangue sparso traumaticamente,
o per un’uccisone, oppure per il parto (che è sempre un trauma) :
2) Egli,
che fu generato, invece di i quali sono stati generati : S.Giovanni affermerebbe
dunque direttamente che il Verbo di Dio è stato generato nel tempo non da
sangui, ovvero mediante un parto non traumatico, quindi anche verginale.8
Possibili
obiezioni:
Perché
allora la Vergine si sarebbe sottoposta al rito della purificazione legale, se non
ne era tenuta?
R. Offrendo
un sacrificio espiatorio ha voluto compiere un’espiazione non dovuta, analoga all’opera
della redenzione del Cristo, ovvero una riparazione del tutto volontaria e gratuita,
insieme al suo Figlio: questa sua offerta fu accettata da Dio e resa nota dalle parole
del Santo Simeone: Anche a Te una spada trafiggerà l’anima
Perché
nell’Apocalisse, circa la Donna vestita di sole, si parla di travaglio
del parto?
[Ap 12,1]
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna
sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. [2]Era incinta e gridava
per le doglie e il travaglio del parto.
Si tratta
non delle sofferenze del parto fisico di Gesù da parte di Maria, ma della
perfetta associazione della Vergine alla passione di Cristo, mediante la quale Ella
ci genera come figli di Dio; S.Paolo dice [Gal 4,19]Figlioli miei, che io di nuovo
partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi! Evidentemente
qui, come in Ap. non si tratta di un parto fisico, ma della generazione degli eletti
attraverso la sofferenza.
150
Cf Concilio di Costantinopoli II: DENZ-SCHONM., 427.
151 Cf SAN LEONE MAGNO, Lettera Lectis dilectionis tuae:
DENZ-SCHONM., 291; 294; PELAGIO I, Lettera Humani generis: ibid., 442; Concilio
Lateranense (649): ibid., 503; Concilio di Toledo XVI: ibid., 571;
PIO IV, Cost. Cum quorumdam hominum: ibid., 1880.
152 CONC. ECUM. VAT. II, Lumen gentium, 57.
153 Cf ibid. 52.
1 S.AGOSTINO, Enchiridion, c. 34, PL 40, 249, cit.
in D. BERTETTO, La Madonna oggi, Roma: LAS, 1975, p. 111.
2 S. BERNARDO, Serm. LV per l’Assunzione, n. 5, PL
183, 428.
3 A. NICCACCI, Sintassi del verbo ebraico nella prosa classica,
Gerusalemme: Franciscan Printing Press 1986, p.68: Il costrutto hinneh [=ecco.
N. d. r.]-nome-perticipio descrive un’azione che si sta svolgendo [qui che il profeta
sta vedendo svolgersi N. d. r.] nel momento stesso della comunicazione. Il
lettore e’ come fatto uscire dalla sequenza narrativa e messo davanti a cio’ che
il profeta sta vedendo per lui: qui cio’ che il profeta vede e’ un tut’uno, un’unica
scena: una Vergine donna incinta e partoriente: questo e’ il contenuto
del segno: qunado avverrà? lo chiamera indica che ciò avverra
nel futuro.
4 Ep 42, PL 16, 1125, cit. in D. BERTETTO, La Madonna
oggi, Roma: LAS, 1975, p. 109.
5 Cf ibid., PL 16, 1174 ss.
6 [Lev 11,44]Poiché io sono il Signore, il Dio vostro.
Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; non contaminate
le vostre persone con alcuno di questi animali che strisciano per terra. [45]Poiché
io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese d’Egitto, per essere il vostro
Dio; siate dun-que santi, perché io sono santo. [Lev 12,1] Il Signore aggiunse
a Mosè: Riferisci agli Israeliti: [2]Quando una donna sarà rimasta
incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni;
sarà immonda come nel tempo delle sue re-gole. [3]L’ottavo giorno si circonciderà
il bambino. [4]Poi essa resterà ancora trentatrè giorni a purificarsi
dal suo sangue (ebr. sangui); non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà
nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione.
[5]Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due set-timane come al tempo
delle sue regole; resterà sessantasei giorni a purificarsi del suo sangue
(ebr. san-gui). [6]Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una
figlia saranno compiuti, porterà al sacerdote all’ingresso della tenda del
convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio
di espiazione. [7]Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà
il rito espiatorio per lei; essa sarà purificata dal flusso del suo sangue
(ebr. sangui). Questa è la legge relativa alla donna, che partorisce un maschio
o una femmina. [8]Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore
o due colombi: uno per l’olocausto e l’altro per il sacrificio espiatorio. Il sacerdote
farà il rito espiatorio per lei ed essa sarà monda.
7 Cf la nota precedente.
8 Infatti le testimonianze piu’ antiche del IV Vangelo riportano
il testo al singolare: la scelta testuale di DE LA POTTERIE ha buone probabilità
di essere giusta: quasi tutte le testimonianze del II secolo del versetto, distribuite
geograficamente in tutta la cristianità dellíepoca, suffragano il singolare;
le eccezioni sono concentrate ad Alessandria díEgitto; qui sarebbe nata la variante
al plurale ad opera di gnostici Valentiniani, come sostiene TERTULLIANO, per fondare
su di essa la dottrina gnostica della rinascita dei perfetti o degli spirituali.
La variante erronea sarebbe stata gradualmente accettata perché i Padri greci
non avrebbero da un lato compreso il significato esatto di sangui, dallíaltro dovevano
combattere contro i doceti, i quali sostenevano che Cristo aveva soltanto
un corpo apparente; faceva loro comodo affermare che Cristo era nato non da sangue
nel senso di non da concezione corporea. La forma al plurale avrebbe poi prevalso
nelle grandi famiglie di manoscritti del terzo e del quarto secolo perché,
interpretata nel senso siamo nati tutti da Dio a causa del battesimo, evitava
ogni problema dottrinale; soluzione fin troppo facile.